NoteVerticali.it_SaverioLaRuina_JoLattari_ScenaVerticale_Polvere_2Drammaturgia a tinte forti quella che si respira con ‘Polvere – dialogo tra uomo e donna‘, lo spettacolo di Scena Verticale che segna il ritorno sul palcoscenico per Saverio La Ruina, visto in occasione della tappa al Teatro Morelli di Cosenza. Ancora una volta, una storia di disagio esistenziale, una tragedia umana, che però in questo caso non ha i connotati della violenza arcaica e ancestrale che caratterizzavano ‘Dissonorata‘ e ‘La borto‘, le due produzioni precedenti che hanno portato alla giusta attenzione di critica e pubblico il teatro di La Ruina, vincitore di Premi UBU nel 2007 e 2010. Questa volta l’atmosfera è più rarefatta, impalpabile. Su un palco arredato a mo’ di ambiente domestico, dove si svolgerà tutta la rappresentazione, La Ruina non è solo, ma è accompagnato da Jo Lattari, coautrice della drammaturgia. I due impersonano una coppia nata da poco: lui, fotografo di successo, ha girato il mondo per i suoi reportage pubblicati su L’Espresso, lei, una ragazza bella e attraente, circondata da amici, apparentemente solare, in realtà molto fragile. Un menàge che sulla carta sembra essere tra i più normali, e che però già dall’inizio nasconde qualche crepa. Lui è geloso, troppo geloso, e possessivo, troppo possessivo: si corruccia per ogni nonnulla, e pare interessato a ‘educare’ la ragazza più che ad amarla. Ci sarà anche trasporto, ci sarà anche tenerezza, ma la drammaturgia non li espone, preferendo focalizzarsi invece, attraverso quadri rappresentativi che si susseguono, contrassegnati dal giusto commento musicale curato da Gianfranco De Franco, sui ruoli che a poco a poco vanno sempre più delineandosi. Lui diventa sempre più aggressivo, e la gentilezza di superficie che forse lo caratterizzava nelle prime battute, anche per un tono di voce che immaginavamo essere legato alla timidezza e all’introversione del personaggio, lascia il posto a qualcosa di diverso. A una diffidenza che si consolida e che assurge poi a terribile smania di possesso, come se la sua lei fosse una cosa e non una persona, come se la libertà della compagna di pensare fosse automaticamente ‘male’ e collegabile a pensieri e atteggiamenti ‘sporchi’.

NoteVerticali.it_SaverioLaRuina_JoLattari_ScenaVerticale_Polvere_7La violenza subita da lei in passato, quando ancora i due non si conoscevano, che era stata raccontata a lui come prova di fiducia, torna continuamente indietro come un boomerang impazzito, per la follia dell’uomo che arriva finanche a convincersi che si sia trattato di un episodio voluto dalla compagna: ‘Com’eri vestita?‘… ‘Perchè non hai gridato?‘… ‘Allora ti è piaciuto…‘… ‘Te la sei cercata…!‘ sono tutte espressioni che sentiamo pronunciare al fotografo, e che appartengono a quell’universo di maschilità volgare che si confà all’uomo quando dimentica di esserlo, quando si dimette da essere pensante e, per gelosia e smania di possesso, lascia il posto alla bestia che lo conquista. E’ la polvere del titolo a farsi viva e presente, generatrice di morte, ossessiva e distruttrice, ad annebbiare la mente e oscurare il cuore. Non importa quali drammi ci siano alla base del comportamento di lui: non importa se abbia subito angherie o violenze, soprusi o privazioni, o se abbia sofferto tradimenti o relazioni connotate in negativo. Nessuno ha il diritto di sporcare l’anima dell’altro. E a sporcarsi, probabilmente per sempre, sarà invece la relazione dei due protagonisti, contrassegnata da continui diverbi e da continue accuse, sempre a senso unico. Lei, prima incredula, poi inconsciamente sottomessa a chi vorrebbe essere il suo padrone, trova finalmente la forza di reagire, e questo è il segnale positivo che traspare da una rappresentazione che non ha nulla di dolce, che non lascia spazio alla fantasia per una relazione fatta di oppressioni verbali, psicologiche e, immaginiamo, anche fisiche. C’è un solo schiaffo rappresentato sulla scena, ma è esplicativo di un punto di non ritorno, di un viaggio che porta solo all’incubo più atroce. E ci auguriamo che la protagonista, come tutte le donne che si trovano nella stessa situazione del personaggio, riesca a trovare la forza per allontanare il proprio carnefice e diventare da vittima libera protagonista della propria esistenza.

NoteVerticali.it_SaverioLaRuina_JoLattari_ScenaVerticale_Polvere_6Applausi a scena aperta per i due protagonisti. Bravo La Ruina, nel calarsi nei panni di un ‘bastardo’ e nell’incarnare un personaggio che probabilmente non è nelle sue corde, forse troppo caratterizzato, secondo un percorso involutivo troppo prevedibile fin dall’inizio. Bravissima Jo Lattari, intensa e drammatica fino alla commozione, il cui personaggio pone gli spettatori di sesso maschile in una condizione di vergogna, per ciò che la propria natura sia capace maledettamente di generare. Il senso di vuoto che si respira alla fine è tremendamente vivo e palpabile. Ci si alza quasi intontiti, certamente attoniti, per la sottesa aura di violenza capace di generarsi, come un detonatore impazzito, in un’atmosfera, come quella domestica, che dovrebbe invece trasmettere calore e accoglienza. Ma per fortuna la riflessione porta alla speranza, e alla voglia di riscatto da quella polvere ossessiva e fastidiosa. La ‘lei’ che reagisce è simbolo di tutte le donne che continuamente gridano ‘no’ alla violenza maschile, che può essere arginata se non ci si isola, se si grida alla diffidenza con la trasparenza, se si combatte a viso aperto con la vitalità che è propria di ogni essere pensante.

‘Polvere’, che ha esordito con successo con sei repliche al Teatro Elfo Puccini di Milano, e ha già toccato Roma con altrettante rappresentazioni, proseguirà il tour italiano, andando in scena tra l’altro a Venezia, Udine, Bologna e Genova.

(Foto di Angelo Maggio)

POLVERE – Dialogo tra uomo e donna
di Saverio La Ruina

con Saverio La Ruina e Jo Lattari
musiche originali: Gianfranco De Franco
contributo alla drammaturgia: Jo Lattari
contributo alla messinscena: Dario De Luca
aiuto regia: Cecilia Foti
disegno luci: Dario De Luca
audio e luci: Gennaro Dolce
realizzazione quadro: Ivan Donato
organizzazione: Settimio Pisano
produzione: Scena Verticale
con il sostegno di Comune di Castrovillari       

Di Luigi Caputo

Idealista e visionario, ama l'arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia...