27 febbraio 1993: Laura Pausini vince il Festival di Sanremo tra le nuove proposte. Da allora quel palco l’ha lanciata nei palchi mondiali tra duetti illustri ed un fedele pubblico che canta le diverse versioni delle sue hit in italiano, spagnolo, portoghese, inglese e francese.
9 febbraio 2016: dopo 23 anni da quella vittoria, Laura torna all’Ariston che lei stessa definisce la sua “casa italiana” proprio per quell’impercettibile e profondo legame di gratitudine che le ha permesso di prendere il volo verso il successo internazionale. La Pausini ha scelto un romantico abito lungo rosa, stile impero e giacca nera sulle note di un medley che ha visto alternarsi “Invece no”, canzone molto importante e amata dalla stessa cantante e dai suoi fan per il significato del saper tenere stretto a noi il ricordo di persone amate che hanno lasciato questa vita, “Strani amori”, con cui si classificò seconda nel Sanremo del 1994 diventando subito una hit, e “Vivimi”, capolavoro scritto da Biagio Antonacci.
“È una grandissima emozione, questo palco ha cambiato la mia vita. Sono l’unica abitante di Solarolo ad aver vinto il Festival. Quando cerco di spiegare perché ho paura, alcuni non mi credono, ma a me va via la saliva. È un palco particolare: sono venuta a 18 inconsapevole senza sapere cos’è questa cosa qua, ma ora lo so ed è una cosa tosta”.
Colpo di scena: Carlo Conti fa duettare Laura con sé stessa diciottenne in “La solitudine” facendole indossare la giacca della finale del ‘93; un momento di straordinaria bellezza vedere le due Pausini cambiate vocalmente ma simili nella genuinità riposta in quegli buoni in cui ancora oggi si può scorgere quella ragazza di 18 anni emozionata ed inconsapevole del proprio domani.
Chiude la sua ospitata con il brano “Simili”, approfittando in modo elegante e discreto per lanciare il suo messaggio contro le differenze, nel pieno del dibattito sulle unioni civili e sui diritti delle coppie gay. “Se siamo simili – incita al termine della sua esibizione – siamo tutti uguali e dobbiamo proteggerci, non dividerci“.
Una super-ospite di sincera umiltà e professionalità che ha incantato per 20 minuti pubblico e addetti ai lavori con la sua inconfondibile voce vellutata e potente, due microcosmi pausiniani che dopo 23 anni ci conducono sempre dentro il pianeta del suo cuore.
LAURA PAUSINI – La solitudine (Sanremo 2016)