Concerto, reading, omaggio e atto d’amore, di riconoscenza, di devozione e fratellanza, anzi: sorellanza, il Todo Cambia scritto e diretto da Pino Ammendola che Maria Letizia Gorga riporta ai giardini della Filarmonica, accompagnata dal talento autentico e tutto artigianale di due tra i nostri migliori musicisti: Stefano De Meo e Pino Jodice. Un omaggio, lo si capisce sin dal titolo, alla vita e alla voce, alla militanza e alla passione di Mercedes Sosa, “La Negra” argentina che del canto e della musica fece non solo un modo di stare al mondo, ma l’unica via per provare a cambiarlo, riplasmarlo, dando diritto di cittadinanza agli ultimi, agli esclusi dalla Storia.

Non certo l’unico, ma senz’altro il più attuale e il più urgente tra i temi messi in gioco da Todo Cambia, questa concezione dell’arte come missione e viva presa di coscienza, più per destino forse che per scelta, per splendida condanna o tormentata vocazione, che permea la stessa vita di Mercedes Sosa e l’intero corso dello spettacolo, se al racconto di spaccati biografici più o meno privati (i matrimoni, la nascita del figlio, i ricordi d’infanzia, la malattia…) s’intreccia e torna sempre e sempre vivida la memoria della lotta e dell’esilio. Esilio cui l’artista venne condannata alla fine degli anni Settanta, dopo un arresto e innumerevoli censure, dalla dittatura militare argentina e che è insieme prologo ed epilogo, punto di rottura e ripartenza tanto dello spettacolo quanto della ricerca musicale di Mercedes Sosa.

Ed è tenendo mente e cuore tesi proprio a questo, senza imitazione ma con immedesimazione, quasi si trattasse di portare in scena il senso, lo spirito profondo di quella storia e quella Storia, che Gorga interpreta Sosa, le dà voce e corpo, alternando canto e racconto, lirismo e narrativa, costantemente dentro e fuori quella condizione di esule mai arresa, ora fiera, ora atterrita, ora dura e battagliera, ora tenera e materna, con una solidità tecnica (per inciso: Gorga è una di quelle rare creature che sanno concepire la voce, il corpo della voce, come un fine, mai solo mezzo) e un’intensità emotiva che stanno insieme senza gerarchie e non disdegnano nemmeno momenti di leggerezza e d’ironia. Una leggerezza e un’ironia, però, mai gratuite e anzi capaci di ribadire la generale atmosfera di lotta e di missione. Tra i brani più celebri, e toccanti, di Sosa, infatti, come Gracias a la vida, Como la cigarra o Alfonsina y el mar, c’è spazio anche per un gioiello come Duerme negrito, ninnananna che tra il gioco e il petèl smuove e commuove per la nettezza con cui denuncia la violenza del Potere (“Dormi, dormi negrito / ché la tua mamma è nei campi, negrito, / lavorando duramente / lavorando e non la pagano”), a riprova di un’estetica mai scissa da un profondo senso etico, di un’urgenza espressiva che è sempre civile: di un canto che, mentre disacerba il duol, si fa testimonianza e alternativa.

Todo Cambia. viaggio intimo con Mercedes Sosa
scritto e diretto da Pino Ammendola
voce Maria Letizia Gorga
musiche arrangiate ed eseguite da Stefano De Meo (pianoforte) e Pino Jodice (chitarra)

Di Sacha Piersanti

Nasce a Roma nel 1993. Scrittore e critico teatrale, ha pubblicato i libri di poesia Pagine in corpo (Empiria, 2015) e L’uomo è verticale (Empiria, 2018) e il saggio critico Zero, nessuno e centomila. Lo specifico teatrale nell’arte di Renato Zero (Arcana, 2019). Dal 2017 collabora con il blog di R. di Giammarco Che teatro che fa su Repubblica.it.