Il film di Peter Bronsens e Jessica Woodworth è un essenzialmente un road movie rocambolesco, ma anche una riflessione sui ruoli
Quando sono soli, vogliono stare con gli altri, in compagnia vorrebbero stare soli. La solitudine è una condanna o una conquista? Se lo chiede Nicola III, reggente del Belgio, uomo solo e convinto di vivere una vita che non gli appartiene del tutto. Stiamo parlando del film “Un re allo sbando” commedia grottesca sull’eterno immobilismo del pensiero in funzione a una rappresentazione di sé. In visita a Istanbul con un documentarista a carico, la delegazione reale rimarrà bloccata per una tempesta solare. Dopo aver ricevuto la notizia che la Vallonia, parte meridionale del Belgio, si è dichiarata indipendente, il sovrano dovrà tornare in patria utilizzando mezzi di fortuna.
Il film di Peter Bronsens e Jessica Woodworth è un essenzialmente un road movie rocambolesco, ma anche una riflessione sui ruoli. Un re in difficoltà, poco conosciuto che s’interroga su quanto serva fino in fondo la sua figura. E un po’ come il paese che rappresenta è costretto continuamente a fronteggiare i dubbi che essere sovrano porta con sé. Un viaggio turco\ balcanico messo in scena da due ottimi registi, che dimostrano ancora una volta di essere padroni del mezzo passando dall’allegoria de “la quinta stagione” a una vicenda che potrebbe ricordare il cinema di Emir Kusturica.
La fotografia, volutamente distorta dalle scelte d’inquadratura, vira all’espressionismo puro. Curata da un maestro come Ton Peters, regala alla vicenda immagini che permettono un’immediata immedesimazione da parte dello spettatore, un viaggio di sguardi sulla strada percorsa dai protagonisti . I due registi hanno il pregio di non ridurre il re a uno zimbello, attraverso la derisione, anche nelle situazione più grottesche a prevalere è il suo conflitto umano e la sua estrema solitudine di uomo e politico.
Attraverso una fuga in abiti da signora, l’incontro con un cecchino serbo e un regista che conosce molto bene la frustrazione, un re, meno irreale di quanto potrebbe sembrare, riuscirà a capire almeno una parte del suo ruolo. Bronsen e la Woodworth giocano sul tema della messa in scena, offrendo una storia nella storia; un mokumentary realizzato appunto da un ex corrispondente di guerra diventato paparazzo. Riflessioni molto importanti proposte con leggerezza e intelligenza da due ex documentaristi che ci hanno abituato a un cinema che narra, intrattiene e non ha mai la cattiva abitudine di giudicare.
UN RE ALLO SBANDO – Il Trailer del film
UN RE ALLO SBANDO (Belgio, Paesi Bassi, Bulgaria, 2016, Commedia, 94′). Regia di Peter Brosens, Jessica Woodworth. Con Peter Van den Begin, Bruno Georis, Lucie Debay, Titus De Voogdt, Pieter van der Houwen. Officine Ubu. In sala dal 9 febbraio 2017.
Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.