Sta per iniziare Sanremo 2018: già da molto sono iniziati a circolare le polemiche, i gossip, i pronostici, le indiscrezioni…una cosa è certa: niente catalizza l’attenzione come il Festival.
“Il Festival di Sanremo non è più quello di una volta”: già da molti anni si ripete la stessa frase, ma siamo sicuri che non sia un bene?
I nostalgici che vorrebbero tutto immutato devono fare i conti con il fatto che si evolva ogni cosa,e così anche la musica, la discografia, e il suo pubblico. Non si può pretendere che tutto torni indietro, poichè ogni epoca ha le sue peculiarità, le sue regole, i suoi artisti, le sue mode.
Quello che funzionava prima non può funzionare adesso, che ci piaccia o no. Questo è il decennio dei Social, del Web, dei Talent, e pretendere che la musica prescinda da questo è davvero impossibile. Il meccanismo si è innescato, ed è stato socialmente accettato.
Il web riesce a rendere miti persone sconosciute fino a pochi mesi prima così come a distruggere carriere decennali, in un secondo. Non ci sono regole, non ci sono previsioni. Anche Sanremo deve essere social, al passo con i tempi, non può rifiutarsi di pescare personaggi dai quei contenitori: allora sì che diventerebbe polveroso ed anacronistico, in un’ epoca in cui la televisione è sempre meno seguita perfino dalle vecchie generazioni. Per molti seguire da casa la kermesse è un rimedio per l’insonnia, ma vivere il Festival in loco durante la magica settimana è tutt’altro, ed è un’esperienza da consigliare a chi ama la musica. La città, oltre a riempirsi di curiosi, addetti ai lavori e personaggi più o meno famosi, è un tripudio di palchi sparsi per la città ed eventi collaterali. Tutto è brulicante, veloce, magico, brillante, indescrivibile. Il Palafiori, sede di conferenze, incontri e trasmissioni Tv e Radio che trattano l’evento, è un luogo dove poter riuscire ad incontrare per caso discografici, musicisti, nuove e vecchie leve della musica, autori, editori, produttori, critici musicali, addetti stampa…il mondo dello spettacolo che si muove velocemente, come una macchina apparentemente perfetta, intorno all’esibizione dei fortunati (o sfortunati) cantanti che si esibiranno su quel palco.
Un aspetto che pochi conoscono sono le effettive dimensioni dell’Ariston: un teatro meraviglioso, ma effettivamente piccolo, che in TV viene valorizzato così tanto da sembrare molto più grande.
Seguire le interviste degli artisti dal vivo fa comprendere la loro tensione, la loro forza così come le loro fragilità, e tutta la pressione che quei pochi giorni scatenano,e che mette a dura prova la loro psiche e il loro precario equilibrio. Non è semplice avere i riflettori puntati addosso anche se si è scelto di essere un artista o un conduttore. In quei giorni le luci si accendono violentemente, e poi si spengono senza pietà: se sei riuscito a brillare, bene, altrimenti ne pagherai le conseguenze per molto tempo. Essere un artista non è una scelta, perchè con il talento si nasce, e se le proprie unicità portano alcuni eletti ad essere celebri è destino. Essere guardati, essere giudicati, riuscire a fare performance ottimali con tutto il carico emotivo che Sanremo comporta non è da tutti.
E quando ti capita di vivere da vicino queste persone, ti rendi conto che hanno una forza infinita, e anche l’ultimo in classifica è comunque un vincente. Molti polemizzano con le solite frasi da leoni da tastiera: “non glielo ha mica ordinato il dottore” “ma perchè i cantanti di Sanremo non vanno a lavorare in miniera” “quel cantante è stonato”…E’ vero, molto spesso i cantanti su quel palco stonano (anche se ultimamente non solo nei dischi ma anche nei live l’autotune è un must, ed anche parecchio udibile), molti di loro sono lì anche se non hanno mai fatto una lezione di canto, così come capita anche ai grandi di sbagliare qualcosa. Un artista non è un robot, e la voce è un tutt’uno con le sue sensazioni. Gestire il suono, mentre si chiude la gola per l’emozione a volte è difficile, soprattutto quando sei sotto quei riflettori. Sanremo non perdona. Sanremo può bruciarti la carriera. Sanremo sono 5 giorni di luce che possono spegnere il percorso luminescente di una vita.
Quella piccola imperfezione, quella nota calante o crescente durante l’esibizione della finale, non è che un po’ di polvere che scivola giù dalla corazza che devi avere su quel palco. Ecco perchè Sanremo non è per tutti.
Cantante e autrice, le piace esplorare tutto ciò che è musica, arte e cultura. Ha una personalità “multitasking” e per questo riesce a riempire tutto il tempo che ha a disposizione, vivendo tre vite in una…