Si è aperta la Mostra del Cinema di Venezia 2019 che vedrà sfilare al lido le star mondiali della settima arte per presentare i film in concorso alla vittoria del Leone d’oro. E’ da qui che di solito partono quelli che saranno i maggiori titoli della stagione: negli ultimi anni il Festival è stato il trampolino di lancio per decretare il successo planetario di una pellicola. Quale sarà l’erede di Roma, il film di Alfonso Cuaron che lo scorso anno ha vinto l’ambito premio cui hanno fatto seguito diversi riconoscimenti in tutto il mondo? Quello che possiamo fare è assistere allo spettacolo aspettando il verdetto della giuria guidata da Lucrecia Martel previsto  per la prima settimana di settembre. Dal Jocker di Todd Phillips con protagonista Joaquin Phoenix, a Laundromat di Steven Soderbergh con Meryl Streep per arrivare a J’accuse, l’ultimo film di Roman Polanski; questi sono solo alcuni dei titoli in gara. Una selezione eclettica e ben calibrata su tutti i generi e  le produzioni (indipendenti o di grosse case).

L’Italia è rappresentata da tre film: Il sindaco del rione Sanità, di Mario Martone (in copertina un frame del film, con il protagonista Francesco Di Leva), rivisitazione su pellicola del classico di Eduardo De FilippoMartin Eden, variante di Jack London in salsa partenopea, del regista Pietro Marcello, con Luca Marinelli, e La mafia non è più quella di una volta, ultimo lavoro di Franco Maresco, autore di Cinico TV. Un festival che riflette sull’aggregazione, su cosa ci fa stare insieme e cosa dovrebbe essere fatto per scongiurare ogni forma di odio in una società, quella creativa, che dovrebbe essere il collante tra le culture.

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Un’immagine tratta da “J’accuse” di Roman Polanski

Tra i più papabili alla vittoria finale troviamo La veritè di Kore Eda: una storia di famiglia con la veterana Catherine Deneuve nel ruolo di una madre che deve gestire il ritorno forzato della figlia dagli Usa a Parigi. Anche il J’accuse di Polanski potrebbe convincere la giuria con un affresco storico della prima guerra mondiale: il regista non sarà a Venezia per evitare una possibile estradizione negli Usa ma una sua eventuale vittoria, vista la forza e l’impatto del suo lavoro, non sarebbe certamente una novità.

Attenzione anche a Joker, di Tood Phillips, uno studio umano sulla figura del celebre “villano” dei fumetti. Attesissimo Ad Astra, l’ultimo lavoro di James Gray, pellicola che racconta i dubbi e le paure di un astronauta perfettamente incarnato da Brad Pitt.

Questi e altri titoli animeranno le giornate veneziane di addetti ai lavori e semplici estimatori, il tutto con la certezza di vedere ottimo cinema proveniente da tutti gli angoli della terra. Non resta che attendere il sette settembre magari con la sorpresa di vedere proprio un film italiano, come quello di Mario Martone, ricevere il maggior riconoscimento.

Di seguito i film in concorso a #Venezia76

  • LA VERITE’ di Kore-Eda, con Catherine Deneuve, Juliette Bincohe ed Ethan Hawke. 
  • THE PERFECT CANDIDATE di Haifaa Al-Mansour.
  • MARRIAGE STORY di Noah Baumbach, con Scarlett Johnasson
  • AD ASTRA di James Gray, con Brad Pitt
  • IL SINDACO DEL RIONE SANITA’ di Mario Martone
  • J’ACCUSE di Roman Polanski, con Jean Dujardin, Louis Garrel 
  • JOKER di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix e Robert De Niro
  • EMA di Pablo Larrain, con Gael Garcia Bernal.
  • WASP NETWORK di Olivier Assayas, con Penelope Cruz, Gael Garcia Bernal, Edgar Ramirez.
  • THE LAUNDROMAT di Steven Soderbergh, con Gary Oldman, Antonio Banderas e Sharon Stone. 
  • 7 CHERRYdi Yonfan
  • MARTIN EDEN di Pietro Marcello, con Luca Marinelli
  • GUEST OF HONOUR di Atom Egoyan, con David Thewlis
  • THE PAINTED BIRD di Václav Marhoul. 
  • ABOUT ENDLESSNESS di Roy Anderson.
  • SATURDAY FICTION di Ye Lou, con Gong Li.
  • BABYTEETH di Shannon Murphy
  • A HERDADE di Tiago Guedes
  • GLORIA MUNDI di Robert Guédiguian,
  • WAITING FOR THE BARBARIANS di Ciro Guerra, con Johnny Depp
  • LA MAFIA NON E’ PIU’ QUELLA DI UNA VOLTA di Franco Maresco

 

Di Paolo Quaglia

Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.