Il 23 novembre scorso sono iniziate una serie di iniziative volute dal Piccolo Teatro di Milano per onorare la memoria di Giorgio Strehler, scomparso il 24 dicembre 1997.
In particolare, è stata allestita la mostra ‘Giorgio Strehler. L’umanità del teatro‘.
Cinquant’anni di spettacoli al Piccolo prevalentemente presso il Teatro Strehler in Largo Greppi. Ma la mostra è dislocata anche negli spazi del recente RovelloDue realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e nello stesso edificio dello storico Piccolo, appunto in via Rovello.
Il 2017 coincide anche con i 70 anni di vita dello stesso Piccolo Teatro, fondato da Strehler e dall’impresario teatrale Paolo Grassi nel maggio del 1947. È stato da allora che il mondo del teatro, prima in Italia poi a livello internazionale specie europeo, ha visto affermarsi la figura del regista dopo un’epoca di Grandi Attori che curavano la regia da sé accentrando nelle proprie mani tutta la realizzazione teatrale. Strehler è stato colui il quale ha messo ordine nella nascita, creazione e allestimento dello spettacolo a teatro, curando anche molte regie d’opera, e sommando a questo la peculiarità dello studio del testo, l’analisi tesa a far emergere una luce e una lettura nuove, la sua capacità di farsi attore nel guidare i propri interpreti durante le prove.

Per tutto ciò sono nati spettacoli che ancora oggi si associano a Strehler, o viceversa, come l’Arlecchino servitore di due padroni, Il giardino dei ciliegi, L’opera da tre soldi per citare solo alcune delle pietre miliari di 50 anni di vita dedicata al teatro. Sono i costumi di queste rappresentazioni, insieme al costume di Re Lear dell’omonima tragedia scespiriana allestita nei primi anni Settanta, a essere suddivisi nei tre piani del foyer del Teatro Strehler. Perché, oltre a questi, ci sono anche i costumi di Come tu mi vuoi, Così fan tutte e de L’Isola degli schiavi: tutti sempre custoditi nella sartoria dello stesso teatro.
Al RovelloDue viene esposta la poetica che ha animato e caratterizzato il Regista: impresa apparentemente impossibile e che sembra una contraddizione in termini, invece resa tangibile da una video installazione composta da una ventina di brevi video, suddivisi per tematica, messi a disposizione dall’Archivio del Piccolo. Viene in particolare sottolineata l’essenza della poetica di Strehler insita nel titolo dell’intera mostra: teatro fatto per gli uomini, perché fatto dagli uomini stessi e in cui si trova l’umanità.
Oltre a queste due mostre, altre iniziative interesseranno le prossime settimane con proiezioni video di undici grandi spettacoli diretti da Strehler, poi incontri e l’evento clou previsto per la sera della Vigilia di Natale. Dalle 18,00 è programmata la proiezione, sulla facciata del Palazzo Reale, del filmato in cui il Regista legge i Mémoires di Carlo Goldoni, l’autore che ancora avrebbe voluto mettere in scena nel 1998.
L’autore che: “Mi ha sempre aiutato a cercare il mondo, l’uomo […] Mi ha insegnato un amore implacabile per il teatro”.
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Ha scelto di approfondire le materie che ama da sempre conseguendo una laurea in Lettere Moderne. Che in terra brianzola è di per sé una sfida. Ma specializzandosi in Storia del Teatro Inglese e Cinema è quasi incoscienza. Tuttavia, unendo lavoro pratico a collaborazioni artistiche, da anni si occupa di recensioni culturali e anche di editoria.