Ingegnere palermitano attirato dai semafori rossi, attraversa gli incroci solo con quel colore, va a schiantarsi con la sua moto, muore e finisce in paradiso, dove sarà costretto, in poco tempo, a rivedere la sua intera esistenza. Un’esistenza fortunata e tranquilla, ma anche banale e terribilmente mediocre. Daniele Luchetti è un regista sapiente e capace di confezionare prodotti in grado di far divertire e riflettere lo spettatore. Si ride dei vizi e di quelle virtù, molto umane, che albergano in ogni individuo. Sceneggiato da Francesco Piccolo, che ha adattato un suo romanzo per lo schermo, il film vive sulla non recitazione che Pif (nel ruolo di Paolo) riesce a tradurre in quella dose di indolenza bonaria propria del protagonista.
Assistendo alla proiezione vengono in mente echi del cinema di Nanni Moretti inseriti in una struttura narrativa precisa che prende spunto dalla commedia americana degli anni ’40 e la riadatta a questo secolo. Alcuni ricordi di Paolo sono simpaticamente mainstream e comunicano in maniera garbata l’assurdità della vita. Un ripetersi di episodi, spesso fine a se stessi, con lo scopo di rubare qualche momento di felicità senza commettere l’errore di trascurarlo. Sono i ricordi che costruiscono una personalità, lo sa bene Lucchetti che incalza le vicende attraverso una regia formale e di buon ritmo ma senza alcun preziosismo. Unico punto poco chiaro ma perdonabile è il finale, poco incline al resto della storia ed eccessivamente simile a un soliloquio privo d’interesse.
Tra i comprimari spicca la recitazione dello straordinario Renato Carpentieri nella parte dell’angelo custode. Un film onesto, come tutto il cinema di Luchetti, che si lascia guardare senza alcun rimpianto per un gelato o una passeggiata. Nanni Moretti diceva che è sempre tempo per una commedia, forse lo è per alcune.
MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA’ (Italia 2019, Commedia, 93′). Regia di Daniele Luchetti, con Pif, Thony, Renato Carpentieri, Angelica Alleruzzo, Francesco Giammanco. In sala dal 14 marzo 2019. 01 Distribution.
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Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.