Seconda prova artistica, e risultato convincente, per il cantautore e produttore discografico statunitense NoteVerticali.it_Mike_Posner_2L’album, il secondo per Mike Posner, si intitola “At night alone” e al suo interno presenta 17 tracce. Dai video che hanno lanciato l’album, ed in primis il brano “I took a Pill in Ibiza”, si evincono due elementi fondamentali che compongono il suo successo.

La prima, e la più evidente, è riproporre un brano che in originale è piuttosto acustico e molto “gentile” nella sonorità, in versione remixata. Questo ha permesso il successo del suddetto singolo, che se nel video originale racconta la sua storia ad Ibiza con sommessa malinconia in un video in bianco e nero dove solitario sfoglia i cartelli con su scritti i passaggi fondamentali del testo, nella versione remix si trasforma nel classico video da tormentone estivo, in discoteca, sulla follia e le allucinazioni post-droga, che “attenti non rifatelo a casa”.
Anche per “Be as you are”, si è quindi pensato di rigiocare la carta del remix. Il video della versione originale torna ad avere toni malinconici, stavolta lui si trova a precorrere una strada, ma sempre solitario è. Insieme a lui tornano loro, e qui ci si ricollega al secondo punto, l’uso della cartellonistica e del bianco e nero. Stavolta i cartelli non li impugna solo lui, ma sono affidati ai protagonisti del brano, uomini e donne comuni di tutte le etnie, età e ceti. L’immagine ci piace e in fondo il brano sull’”accetta te stesso e fregatene di quello che pensano gli altri” è un evergreen. Testi del genere hanno fatto il successo di una giovane Christina Aguilera che nella sua versione gipsy gridava “You are beautiful, no matter what they say. Words can’t bring you down”, o – per citarne un’altra – l’eclettica Lady Gaga, ci ha ballato con fervore I’m beautiful in my way ‘Cause God makes no mistakes, I’m on the right track, baby, I was born this way”.

NoteVerticali.it_Mike_Posner_1Bene, anche Posner vuole dare il suo contributo alla causa. Nel testo si parla per l’appunto di questo, di strappare via le etichette che ci vengono attribuite, “fallito”, “grassa”, “stupido”, “strana” ed essere fieri di essere come si è. “There are moments when you fall to the ground. But you are stronger than you feel you are now You don’t always have to speak so loud, no, Just be as you are”, e alla fine spogliati della vesti che ci rappresentano, esseri finalmente liberi di “essere quello che si è”. E visto che per farlo tutti i protagonisti decidono di buttarsi nudi nelle acquee di questa spiaggia plumbea, anche Posner non si esime dal regalare il suo disperato appello e il suo fondoschiena.
Il messaggio rimane il medesimo, ma l’atmosfera cambia radicalmente nella versione remixata in collaborazione con Jordan XL. Ci troviamo in un video dalla fotografia colorata e satura in cui si racconta la storia di un moderno Billy Elliot, un ragazzino che sogna di ballare l’hip-hop invece che battersi sul ring e i guantoni da pugilato.

Quindi a parte alcune ridondanze, e la mania dei cartelli, che però in qualche modo diventa un segno distintivo e – bisogna ammetterlo- romantico, un po’ alla Mark di Love Actually quando davanti alla porta di Juliet, con i suoi cartelli impronta una delle dichiarazioni d’amore più romantica della cinematografia, il messaggio passa chiaro, il video in versione originale funziona e alla fine fa anche venir voglia di gettarsi alle spalle gli eventi traumatici subiti dai bulli di turno e sentirsi finalmente liberi di essere liberi e, perché no, di fare un’esperienza in una spiaggia nudista.

 

MIKE POSNER – BE AS YOU ARE

 

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