Immaginate di trovarvi in una stanza di un hotel o all’incrocio di una strada osservando i clienti e le persone. Immaginate di tenere poi un diario dove annotare, con finta aria distaccata, le sensazioni e riflessioni scaturite: ecco, questo è Le cose, il nuovo disco di Zibba. Un lavoro dove l’artista mette a fuoco il proprio background artistico e professionale fondendolo con lo spirito di osservazione e monitoraggio delle proprie emozioni e riflessioni nei confronti di una quotidianità che appartiene a tutti, con le distanze dei legami che si sfaldano (Sesto Piano), le aspettative di “fuga” (Dove si ferma il sole), l’inquietudine iniziale e il disincanto/accettazione di un rapporto (Niente, Le cose inutili) e molto, molto altro.
Le collaborazioni mirate (Elodie, Erica Mou, Chantal, David Blank, Alex Britti, Marco Masini e Diego Esposito) svelano il desiderio di un autore e musicista, tra più attivi e apprezzati degli ultimi anni, di sperimentare e mettersi in gioco con colleghi conosciuti nel corso della carriera. Da questa sinergia scaturisce e si delinea la trama del disco, trama che assicura il giusto equilibrio ai brani ponendo in risalto ora il lato allegro e spensierato (Quello che si sente, Quello che vuoi), ora quello (quasi) inedito di uno Zibba in versione più crooner. (Quando abbiamo smesso). Il tutto ornato da atmosfere elettroniche e uso ben ponderato di synth, versante che l’artista ha volutamente esplorato e messo a fuoco, affidandosi a un producer pertinente (Simone Sproccati).
Insomma, un lavoro moderno e attuale fatto anche (e soprattutto) con l’intento di “divertirsi”, ma principalmente un lavoro corale, realizzato ponendosi al servizio della musica e cucendo con attenzione gli interventi su quello degli ospiti, creando così una perfetta armonia di racconto che permette al disco di evolversi e svilupparsi progressivamente fino alle tracce conclusive (La traccia che finisce il disco, Un unico piccolo istante), più intime e delicate quanto basta, con le quali il cantautore italiano si congeda dal suo ottavo album in studio, lasciando all’ascoltatore licenza di commuoversi.
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