Che Fabio Rovazzi – Milano, classe 1994 – sia un personaggio dalle particolari peculiarità non c’è dubbio. Quando ha sfondato con il suo primo successo, quell’Andiamo a comandare che è diventato prima un tormentone, poi la hit degli adolescenti, probabilmente la maggior parte degli autori in circolazione hanno avuto uno spasmo muscolare di quelli che lasciano contratta la mascella per mesi. Perché diciamocelo; passare dalla poetica del secolo scorso al trattore in tangenziale in termini strettamente qualitativi è un calcio negli stinchi. Tanto più che il supporto musicale in sé non aiuta – a meno che non si sia strettamente appassionati del genere.
Tuttavia, nonostante ciò, Rovazzi ha quelle due o tre qualità necessarie a sfondare nell’ambiente musicale di oggi: l’intelligenza, la furbizia e anche la simpatia. Nasce come videomaker, e probabilmente ha fatto anche uno studio piuttosto attento di ciò che è di maggiore tendenza nel popolo di Internet; dopodiché, semplicemente, si è accodato a quello che è un fenomeno crescente. Al popolo piace la leggerezza. La stessa dei video di The Jackal, per dire, anche loro già affermati ma se possibile ancora più in crescita dopo il video di Despacito; le persone si divertono a vedere questi personaggi sfruttare i luoghi comuni per trasformarli in piccole storie che durano quei due, tre minuti necessari a evadere dalla realtà. Che sia in ufficio, o fermi all’università o al semaforo.
Quindi ecco che il cantante milanese fa un rapido calcolo; mettendo insieme i gusti, la tendenza e Gianni Morandi. Che è uno dei miti dell’Internet più ricorrenti; la sua pagina è tra le più visitate dalle persone di tutte le età, i suoi post sono condivisi da chiunque. Qualcuno usa i suoi memes come immagini del profilo o di copertina: insomma, è tra i personaggi storicamente più amati. Come fa notare Rovazzi stesso nel video della canzone Volare, per evitare gli haters della rete è necessario affiancarsi a un personaggio benvoluto da tutti; ed ecco che Morandi – che ha sempre chiarito come ci tenga a sostenere i giovani – si presta bene al progetto.
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La nostra opinione che in realtà la forza di questo duo non sia tanto nella canzone, che in teoria dovrebbe essere una nemmeno troppo velata critica nei confronti di noi giovani e nell’uso smodato che facciamo dei social; personalmente troviamo abbastanza contraddittorio che Rovazzi stesso scriva un testo del genere, è un po’ come sputare nel piatto in cui mangia. Tuttavia, la furbizia è stato il rilasciare la canzone già con il suo supporto video su YouTube, codificandola come una storia con una trama che possa divertire chi la guarda; il giovane, perplesso per gli haters in rete, rapisce la moglie di Morandi per convincerlo a fare una canzone con lui. Nasce subito la curiosità di sapere come va a finire, tant’è che l’immagine è curata nei più piccoli dettagli, inserendo anche quegli elementi che giocano sulla nostalgia che va tanto di moda adesso – uno su tutti la Girella, che chi è nato negli anni ’80 o’90 ricorderà come la merenda per eccellenza.
In più, ci sono tutti gli svariati cameo dei personaggi che popolano la rete, e anche quello finale di Fedez e J-Ax, angeli custodi che seguono Rovazzi da inizio carriera. E alla fine c’è anche la storia nella storia, quella di Anna Dan, la moglie di Morandi che si è prestata a far parte del tutto.
Insomma, probabilmente questa canzone diventerà presto una delle hit dell’estate, perché ha tutti gli elementi che servono; sentiremo spesso, sotto l’ombrellone, “ma l’hai sentita quella di Rovazzi e Morandi?” e nel caso che qualcuno risponda di no, prontamente chi ha fatto la domanda tirerà fuori lo smartphone per vedere in compagnia il video su YouTube, e farsi due risate.
È la musica tecnologizzata del ventunesimo secolo. Fatta di business, strategia e marketing; di immagini, di ritmi ripetitivi ma funzionali all’entrare in testa, di quelle tre o quattro parole che si canticchiano bene. E ben lontana dal pop di qualità.
Rovazzi e Morandi, dunque, con una canzone che ci toccherà sentire tutta l’estate, volenti o nolenti. E a settembre, anche se adesso diciamo di odiarla esattamente come Despacito, conosceremo comunque le parole a memoria.
VOLARE – Fabio Rovazzi feat. Gianni Morandi
Romana d’adozione, coltiva da sempre velleità artistiche; ed è personalmente convinta che uno scrittore che si rispetti debba avere almeno un gatto.