NoteVerticali.it_Il Volo1_Sanremo2015Non so se qualcuno, come me, ieri sera, ascoltando Il Volo cantare ha pensato a Giò di Tonno e Lola Ponce.
Nel 2008 Gianna Nannini sbaragliò tutti decidendo di presentare, come autrice, un brano a Sanremo, un brano tratto dal musical che stava scrivendo su Pia de’ Tolomei e decidendo di affidarlo a Quasimodo ed Esmeralda. Non a Giò di Tonno e Lola Ponce ma ai due personaggi di Notre Dame de Paris, il musical.
A sorpresa il brano vinse Sanremo, lasciandosi alle spalle successi come ‘Cammina nel sole‘ di Grignani, ‘L’amore non si spiega‘ di Sergio Cammariere, ‘Eppure mi hai cambiato la vita‘ di Fabrizio Moro, dato per vincitore sin dalla prima nota. Nel 2008 a vincere fu il musical.

L’ultimo in ordine di tempo è ‘Romeo e Giulietta‘. Ama e cambia il mondo. Il musical è la nuova opera, David Zard, Cocciante, Panella (con tutto il rispetto dovuto) i nuovi Verdi, Puccini, Mascagni. Stiamo esagerando? No. E lo diciamo a ragion veduta. Non si può aver paura, sempre, di guardare indietro, volgerci al passato e constatare che è ancora qui, perché anche se il futuro ci attrae è nel passato che sono radicate, bene le nostre radici e la terra non può voler male all’albero, mai.

La canzone che Il Volo ha portato a Sanremo 2015, contrariamente alle altre, è una canzone ‘da musical’, costruita sulle loro voci e sull’orchestra. La potenza del timbro lascia a bocca aperta, la loro tecnica anche, i timpani, gli archi, le sequenze ritmiche ad hoc fanno il resto. Poi, alla fine dell’esibizione, la standing ovation del pubblico. Tutti siamo rimasti stupiti, tutti ci siamo sentiti coinvolti emotivamente, perché il brano e ancor di più l’esecuzione e l’interpretazione (anche scenica) di quei tre ragazzi ci ha fatto sentire uniti, tutti dalla stessa parte, per un momento. Il Volo non sarà mai trasmesso dalle radio e poco importa se poi hanno già ricevuto due nomination ai Billiboard Latin Music Awards, hanno cantato al Madison Square Garden di New York, se hanno fatto tournée da tutto esaurito tra Stati Uniti e Canada. Sanno di non fare musica radiofonica e si mantengono fedeli e coerenti al loro percorso artistico.

Dimentichiamo troppo spesso chi siamo e da dove veniamo, in ‘Grande Amore‘ ci sono tutti i musemi della musica italiana nella sua accezione più profonda: il canto ostentato, il crescendo di timpani ed archi, il testo sempre proiettato al futuro, l’amore. Ecco perché se Il Volo vincerà Sanremo tutti lo accetteranno senza molte critiche, perché oltre alla musica, tre ragazzi che hanno fatto di studio e tecnica un’eccellenza, ci fanno sentire orgogliosi, soprattutto quando, guardandoci intorno, ci accorgiamo di vivere in un mondo in cui chiunque può far tutto e la vocazione del mestiere, come la chiamava De Andrè, quella che accompagna il talento, sembra veramente sparita nel nulla.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: