Hey, everybody, let’s have some fun
You only live but once
And when you’re dead you’re done
So let the good times roll
Let the good times roll
I don’t care if you’re young or old
Get together, let the good times roll.”

NoteVerticali.it_BBKingE di sicuro non ci sono dubbi al riguardo. Si sarà divertito eccome, in più di cinquant’anni di carriera, uno dei chitarristi fondamentali della storia. Anzi, chissà come si sarà divertito uno che la musica, quella con la M maiuscola, l’ha vista nascere e crescere dalle sue stesse dita. Che l’ha vista diffondersi dai campi di cotone del Mississippi sino ad arrivare a ispirare migliaia di artisti in tutto il mondo. Perché B.B. King, classe 1925, è molto di più di un semplice artista di successo. Egli rappresenta un mondo intero. Un mondo da cui sono nati mille altri satelliti, mille rivoli di creatività che hanno portato a tutto quello che è la musica oggi. B.B. King è il Blues e il Blues è B.B King. Una relazione biunivoca di una semplicità sconcertante. Non ci sono sfumature di sorta.

In questa storia non c’è il grigio, bensì un unico colore, forte, antico, iconico: il nero. Il nero della sua pelle, delle sue origini, il nero della sua infanzia, il nero della sua inconfondibile e amata chitarra Lucille, il nero elegante delle note su cui scivola la sua musica, il nero che da sempre permea il profondo blues. Si è divertito sino a stamattina, il grande B.B King, perché proprio oggi ha deciso di appoggiare a terra la chitarra e di salutarci per sempre. Se ne va così, all’età di 89 anni, nella sua casa di Las Vegas, un’altra icona di un tempo che ormai, sembra non esistere più. Un tempo che, per quanto è lontano, si abbina splendidamente al cinema, alle pellicole, ai giradischi, ai ricordi in bianco e nero piuttosto che alle nuove tecnologie digitali. Perché detto tra noi: ”Chi ci pensava più a B.B. King?”. Io no di sicuro. Troppo preso da altre mille storie, situazioni, “cosa nuove” da ascoltare. Ma poi senti alla radio, in un’altra mattina distratta e svogliata, che ora B.B. King non c’è più e ti fermi a pensare, a riflettere.

NoteVerticali.it_BBKing_3Perché lui in realtà è sempre stato lì accanto a te, con il suo fare da bontempone e il suo volto familiare. Sempre, costantemente attivo viste le sue innumerevoli collaborazioni anche con artisti “recenti” come Slash o gli U2. E per uno come il sottoscritto, che da anni prova a fare qualcosa di vagamente credibile nell’ambiente musicale, ti si gela il sangue solo all’idea di poterti dimenticare di una persona di questo livello. Come puoi dimenticarti di lui? Perché B.B. King praticamente è nato, cresciuto e morto con la chitarra in mano. La sua musica ha superato indenne epoche, rivoluzioni, mode, ha accudito generazioni di musicisti e si è spinta ben al di là di quello che un artista potrebbe solo immaginare. Inutile star qui a citarvi album o a riassumervi la carriera. Non è questo il mio intento, ammesso che ce ne sia uno. Sappiate solo che il suo ultimo disco One Kind Favor è uscito nel 2008 mentre il primo, Singin’ the Blues nel lontano 1957. Già questa semplice informazione basterebbe a darci un’idea della persona di cui stiamo parlando.

NoteVerticali.it_BBKing_2Se dici Blues, devi dire B.B.’‘ sentenziava Aaron Neville, leggendario falsetto dei Neville Brothers, ‘‘Lui è the Master, the Grand Master’‘ gli faceva eco Eric Clapton. John Lennon si limitava invece ad affermare che avrebbe voluto suonare la chitarra come lui. “E chi non l’avrebbe voluto” mi chiedo io quando apprendo la notizia della sua scomparsa. Stakanovista dei live (si dice che in epoca pre–‐fama, intorno al 1956, sia salito sul palco ben 356 volte in un solo anno), doveva tornare a trovarci in Italia il prossimo il 4 luglio, all’Hydrogen Festival di Piazzola sul Brenta. Considerato il sesto migliore chitarrista al mondo nella lista dei 100 stilata da Rolling Stone, 15 Grammy in tasca e inventore di un sound unico e personalissimo nonché iniziatore di quella tecnica del “vibrato” definita hummingbird (colibrì), B.B King ha però deciso questa volta (dopo una lunga malattia che lo debilitava da anni senza comunque precluderne la carriera) di lasciare il palco e di andare verso nuovi lidi a noi sconosciuti.

NoteVerticali.it_BBKing_4E questo mi fa riflettere su come sia facile dimenticarsi di tutto in quest’era digitale del “qui ed ora”, in questo panorama da talent show, dove “o buona la prima o via perché non c’è tempo da perdere.” Mi fa pensare a come sia facile dimenticarsi di chi ti ha cresciuto, di chi ti ha aperto la strada verso quella che ora consideri la tua vita. Di chi ha posto le basi prima di te e per te. Ma allo stesso tempo una cosa ancora mi conforta: il fatto che, a mio modo, sia qui a parlarne. E questo mi fa sperare in un futuro, magari non lontano, dove la musica possa ancora occupare una parte importante in tutte le nostre vite. Perché la passione, quella vera, quando c’è, non ti abbandona mai.

Quindi grazie infinite B.B. King e buon viaggio.

B. B. King – HeartBreaker