NoteVerticali.it_UsticaUna tragedia ufficialmente senza responsabili. E’ quella accaduta nei cieli di Ustica, il 27 giugno 1980, un minuto prima delle nove di sera. Un aereo DC9 della compagnia privata italiana ITAVIA, in volo per Palermo, sparisce dagli schermi radar senza trasmettere alcun segnale di emergenza. A bordo, ottantuno persone, di cui quattordici bambini, che stavano viaggiando per raggiungere un posto di vacanza, o per tornare a casa. Una sera d’inizio estate, che si tramuta in orrore, in tragedia, senza perché.

Nel corso degli anni tre le ipotesi che hanno preso corpo. Cedimento strutturale dell’aereo, una bomba nella toilette di coda, un missile che per errore ha colpito il velivolo. Nessuna delle tre ipotesi è stata provata, anche se sulla terza (il missile che avrebbe colpito l’aereo) sono confluite negli anni diverse opinioni anche autorevoli. Tra queste, quella dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, secondo cui il missile era stato lanciato da una portaerei francese, per intercettare e colpire un Mig libico con a bordo il colonnello Gheddafi. Questa ipotesi è avallata dal fatto che un secondo Mig libico, con a bordo un pilota, precipitò sulle montagne di Castelsilano (CS): la scoperta venne fatta il 18 luglio 1980, ma lo stato di decomposizione del corpo del pilota fece ipotizzare che la sua morte fosse da far risalire ad almeno quindici-venti giorni prima. Mistero su mistero.

NoteVerticali.it_Renzo Martinelli_1Alla tragedia di Ustica è dedicato “Ustica: la quarta ipotesi – The missing paper“, il film che Renzo Martinelli sta girando proprio in questi giorni in Basilicata dopo una prima parte girata in Toscana, a Grosseto e Castiglione della Pescaia. Luoghi che rimandano alla sede di Poggio Ballone, nel grossetano, del Centro radar dell’Aeronautica Militare, che quella sera maledetta del  giugno 1980 controllava il cielo di Ustica, dove il DC9 si inabissò. La sceneggiatura scritta da Martinelli parte proprio dal contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole di perizie e testimonianze che negli anni si sono accumulate a popolare le numerose inchieste portate avanti invano. E il film sembra voler propendere per una strada mai battuta prima, che aprirebbe uno squarcio di verità sulla vicenda. A interpretare la pellicola sono stati chiamati, tra gli altri, Caterina Murino e Marco Leonardi, e poi l’attore americano Tomas Arana e l’attrice belga Lubna Azabal.

Abbiamo raggiunto Martinelli al telefono mentre si trovava a Scanzano Jonico, in provincia di Matera, dopo aver girato anche a Rivello e Maratea, in collaborazione con la Lucana Film Commission.

Il film che ha deciso di girare si inserisce perfettamente nelle corde della sua filmografia… Ama definirsi un regista scomodo?
Beh, nei miei lavori precedenti ho sempre affrontato casi oscuri della storia recente italiana, da ‘Porzus‘ dalla tragedia del Vajont al sequestro Moro con ‘Piazza delle Cinque Lune‘. E Ustica si inserisce perfettamente in questo filone. Ma non sono un regista scomodo, sono un regista che va alla ricerca della verità. Credo che cercare la verità, rievocare la verità e comunicarla sia il dovere di ogni intellettuale che vive con onestà il proprio tempo. E il dovere di ogni regista che vive con onestà il proprio tempo.

Come mai ha scelto la Basilicata per girare questo film?
In realtà si è trattata di una scelta di ripiego, perché inizialmente avremmo dovuto girare in Calabria. Poi non è stato possibile, e allora abbiamo optato per la Basilicata, che è una terra molto simile alla Calabria. Ed è stata una magnifica scoperta: luoghi bellissimi, persone eccezionali.

Ha ricevuto pressioni prima di girare il film?
Beh, quelle sono ordinarie. Ma più che pressioni direi strani atteggiamenti. Pensi che la Rai, che inizialmente avrebbe dovuto finanziare il film, a un certo punto si è tirata indietro. E stiamo parlando dell’ente di stato che dovrebbe essere in prima linea nel produrre storie di impegno civile, dedicarsi a informare il cittadino, e non limitarsi a realizzare semplici prodotti di intrattenimento.

Porterà il film nelle scuole in contemporanea con l’uscita nelle sale?
Sì, mi auguro di coinvolgerle per coinvolgere i giovani, anche se consideriamo che per le nuove generazioni la vicenda di Ustica è preistoria. Ma anche e soprattutto loro hanno il diritto di capire e di conoscere la storia recente d’Italia, attraverso cose che nessun libro di storia mai dirà.

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