NoteVerticali.it_Jimmys_Hall_2Dici Ken Loach e pensi al cinema militante, alla rappresentazione sullo schermo delle ingiustizie sociali, delle lotte contadine e operaie. Un cinema socialista e di frontiera, il suo, avversato dal potere perché voce delle masse, e come tale libero da condizionamenti e da compromessi. Il nuovo capitolo della sua cinematografia si chiama ‘Jimmy’s Hall’, e racconta con originalità la storia di un personaggio, Jimmy Gralton, interpretato nel film da Barry Ward, che vive in Irlanda e che a un certo punto della sua vita – siamo nel 1921 – decide di aprire una sala da ballo, a un incrocio di campagna. Fin qui nulla di strano, se non che l’Irlanda è sull’orlo della Guerra civile, e che il locale – la Pearse-Connolly Hall – diventa ritrovo non solo per chi vuole svagarsi al ritmo della musica, ma anche e soprattutto per chi vuole imparare, discutere e confrontarsi liberamente. La circolazione del ‘libero pensiero’ inizia – guarda caso – a infastidire i poteri forti – leggi politica e Chiesa – che costringono Jimmy a chiudere bottega e a emigrare negli Stati Uniti.

Passano dieci anni, e la malattia dell’anziana madre e la Grande Depressione convincono Jimmy a tornare a casa. Non ha altri pensieri, il nostro, ma di fronte alla sala da ballo ormai abbandonata, alle pressioni dei giovani del posto e alle condizioni di vita oppressive in cui si trova a vivere la sua comunità di Leitrim, Jimmy decide di riaprire la sala.

NoteVerticali.it_Jimmys_Hall_3Il film parla di comunità. Jimmy è un personaggio estremamente aggregante”, ha affermato Ken Loach intervenendo alla presentazione del film. “Il suo maggior talento “ – ha proseguito Loach – “è proprio quello di aiutare le persone ad essere quello che realmente sono, ad esprimere il proprio potenziale, e questa è esattamente una delle funzioni della sala, che svolge attraverso lezioni di vario genere come la lavorazione del legno, la boxe, il ballo, la musica, l’arte, e tutto ciò che possa aiutare le persone a tirar fuori il proprio potenziale. Questa è l’abilità principale di Jimmy, attraverso la quale si scopre la comunità”. Una comunità che inizia a far paura a chi fino a quel momento aveva manipolato le debolezze dei singoli, e che ora vede come pericolosa la loro unione. A far paura è la cultura, in primis, ovvero la capacità di autodeterminazione che da sempre ha terrorizzato il potere. “Credo che, insieme al copione, il cast sia l’elemento più importante di un film” – ci ha detto ancora Loach – “perché devi trovare le persone giuste che diano vita alla storia e che convincano l’audience. Questo significa che i personaggi dovranno, in parte, adeguarsi agli attori che li interpreteranno. Specialmente un personaggio come quello di Jimmy Gralton, attorno al quale ruotano diversi elementi. Proprio perché si tratta di una sala da ballo abbiamo pensato che fosse fondamentale rappresentarlo con una generosità di spirito e una grande vitalità”. Il mio personaggio”, ha affermato invece Barry Ward, “era uno spirito avventuroso e libero, non amava assolutamente l’autorità e sentirsi dare ordini. Molte persone dicono che fosse avanti anni luce rispetto alla sua epoca. Amava decisamente divertirsi, ma al contempo era un uomo politico. E diciamo che l’idea fondamentale dietro alla sala era proprio quella di riorganizzare la politica fin dalle sue basi”.  

NoteVerticali.it_Jimmys_HallUn film complesso, che parte dall’intrattenimento legato al ballo per portare all’attenzione del pubblico, ancora una volta le disparità sociali combattute in passato in nome della libertà. Loach non nasconde, non lo ha mai fatto, la propria vocazione sociale. Il suo è un cinema scevro da compromessi, libero, e che amplifica i desideri di libertà. Sembrerebbe comodo rifugiarsi nel passato per non affrontare direttamente il presente. Ma non è così’. Crediamo che Loach guardi al passato per cercare di offrire un esempio, un modello, per leggere e affrontare con determinazione le disparità e le ingiustizie del presente. “Una parte di me vuole urlare, e una parte di me vuole chiedere: quali crimini abbiamo commesso?” si chiede il personaggio di Jimmy nel film, che invita la sua popolazione a riappropriarsi della propria essenza: “Dobbiamo essere i padroni delle nostre vite!”. Difficile non vedere attualità in queste parole.

Il film, distribuito da BIM, vede nel casta anche Simone Kirby, Jim Norton, Andrew Scott e Francis Magee. La pellicola arriva nelle sale in pieno battage natalizio: difficile prevedere incassi superiori alle banalità dei cinepanettoni e delle commedie buoniste. Scorgerlo in programmazione al cinema in questi giorni rappresenterà certamente una prova di coraggio per gli esercenti che lo proporranno, e vederlo sarà una scommessa riuscita in nome del buonsenso e della qualità.