Trenta brevi capitoli in cui lo scrittore barese raccoglie su carta lampi di esistenza minima, che invitano a considerare, ed esaltare, ogni attimo della nostra esistenza

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NoteVerticali.it_Gianrico_Carofiglio_Passeggeri_notturni_coverIl tempo è breve: chi insegue l’immenso perde l’attimo presente“. E’ una delle frasi più celebri di Euripide, e crediamo si possa associare al senso dell’ultima fatica letteraria di Gianrico Carofiglio, “Passeggeri notturni” (Einaudi). Il libro raccoglie trenta scritti di tre pagine ciascuno, dedicati a riflessioni dell’autore scaturite dalla vita vissuta. Lampi di esistenza minima, immagini fissate su carta, che danno luogo, il più delle volte inconsciamente, a considerazioni frutto di un dialogo a viso aperto con se stessi, e con la propria coscienza.

Gran parte delle note che l’autore offre al lettore sono frutto di considerazioni che invitano a riflettere sulla bizzarria poco coerente del genere umano. Si va dal self-serving bias, concetto della moderna psicologia sociale in base al quale in genere ci si prende i meriti sulle cose che vanno bene e si tende a scaricare sugli altri i demeriti per quelle che invece non funzionano, alla trolleyology, branca dell’etica analitica che analizza il classico dilemma del carrello ideato da Philippa Foot. Ma attenzione: nessuna dominante pretesa filosofica né sociologica, o forse, se anche sia respirabile qua e là qualche sprazzo, non solo quella. Quelli messi in fila da Carofiglio sono pensieri disordinati e viaggianti, colti e fermati su carta prima che svaniscano vagando dalla mente all’oblio.

NoteVerticali.it_Gianrico_Carofiglio_1Riflessioni catartiche, utili a purificare la mente dalla corrosiva distrazione della dimenticanza, e da un appiattimento che mortifica e umilia l’ingegno del pensiero e dell’attimo colto. Con un linguaggio che, nello stile dell’autore, è perfettamente colloquiale ma non per questo banale. E, aggiungeremmo, notturno, tipico di quelle riflessioni che abitano in ciascuno di noi quando la mente è tipicamente sgombra dal rumore quotidiano della giornata, quando il silenzio delle ore più buie avvolge l’aria e riesce a ovattare ogni cosa. Tutto questo giustificherebbe, esaltandola, la scelta di intitolare il volume proprio “Passeggeri notturni”, che poi è anche il titolo di uno degli scritti della raccolta.

Tra una riflessione e l’altra non mancano, certo, l’autoironia e la voglia di non prendersi troppo sul serio, per un autore che non vuole insegnarci nulla se non, a ben vedere, consigliarci di riflettere su ciò che ci capita giorno dopo giorno. Per far sì che ogni attimo, figlio del tempo che viviamo, possa essere esaltato per come merita.

Gianrico Carofiglio, PASSEGGERI NOTTURNI, Einaudi, 100 pagine, 2016.

Di Luigi Caputo

Idealista e visionario, ama l'arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia...