NoteVerticali.it_Cecilia_Guest_coverChi avrebbe mai pensato che lo strumento che nell’immaginario collettivo è tra i più classici e un genere come la musica elettronica potessero incontrarsi  e creare insieme un mix armonioso e per nulla fuori contesto?

La cantautrice torinese Cecilia Lasagno, in arte Cecilia, è riuscita nell’intento. La giovane musicista sa quello che vuole. Già a nove anni imbraccia la sua prima arpa e da quel momento non se ne staccherà più. Poi conservatorio a undici anni, dopodichè vola negli Stati Uniti, e precisamente a Los Angeles, dove si mantiene anche grazie al busking, un’esperienza di vita che la aiuterà a conoscere meglio il mondo e le persone. Non contenta si imbarca e viene ingaggiata come musicista di arpa per le crociere. Mai ferma in un solo posto troppo a lungo, la sua vita da “nomade” la aiuterà a scoprire letteralmente nuovi mondi. Ma è l’incontro con il produttore Raffaele “Neda” D’Anello che consacra l’unione proficua tra l’arpa e l’elettronica che porteranno l’artista a pubblicare Guest, il suo primo album di inediti.

Guest è disponibile dal 21 aprile, pubblicato da QUI BASE LUNA e distribuito da Belive Digital. L’album, anticipato dall’uscita del singolo Snow è composto da dodici tracce ed è stato registrato e mixato al MeatBeat Studio di Aosta.

L’album si presenta già con una chicca. L’ascolto si apre infatti con What if I sayuna poesia di Emily Dickinson, nota poetessa statunitense del XIX secolo, musicata dalla cantante torinese con una delicatezza ed un tocco di misticismo che fanno apprezzare senza ripensamenti sia le parole che l’atmosfera che viene fuori. Il mix tra il suono tradizionale dell’arpa invece si unisce quasi per magia a quello più “duro” e “metallico” dell’elettronica, creando un connubio senza precedenti. Si può maggiormente apprezzare questa unione in brani come Snow, Morning like this, Winter Guest. Ciò che colpisce però non è esclusivamente l’uso dello strumento, con la quale Cecilia è a suo agio come dimostrato in brani come Cave dove è notevole quanto possa il suono semplice di uno solo strumento rievocare alla mente momenti lontani, anche con una certa malinconia. Ma troviamo incredibile come l’intimità di una ragazza che si racconta attraverso la sua musica, possa venir fuori con tale genuinità anche quando questa viene a confrontarsi con qualcosa di totalmente inusuale, e il brano L’ultima arma, dove prevale l’elettronica ne è la dimostrazione o come in Aria immobiledove l’arpa diventa sorprendentemente folk.

NoteVerticali.it_Cecilia_Guest_2Con questo primo album, Cecilia sembra voler dimostrare che il rischio nella musica è come il peperoncino su un piatto di pesce, un elemento che potrebbe coprire i sapori se maneggiato con aggressività e noncuranza, ma che invece se utilizzato con parsimonia non può che esaltarne le qualità. La cantautrice torinese vive attualmente un momento magico. In tour nel 2014 con più di quaranta concerti, nel 2015 le si aprono le porte dell’Europa con un tour danese di circa una ventina di date con la compagnia Contabile2 nello spettacolo Ord Millenium.

Inoltre la giovane musicista è stata selezionata per la composizione musicale del brano originale di 6Bianca, la prima serie teatrale italiana del Teatro Stabile di Torino in collaborazione con Scuola Holden. La musica è poi accompagnata dalle parole dello sceneggiatore Stephen Amidan, noto scrittore del romanzo Il capitale umano dal quale il regista Paolo Virzì ha tratto uno dei film italiani più apprezzati degli ultimi anni. La canzone, il cui testo è tradotto in italiano, viene quindi introdotta come track dell’album, inserendo così maggiore risalto alla poesia complessiva che caratterizza lo stile di scrittura della cantautrice. Tutti risultati che oltre che grande soddisfazione personale non fanno che promuovere meritatamente un lavoro audace e ben strutturato.

NoteVerticali.it_Cecilia_Guest_1Un disco interessante, inedito sotto molti punti di vista. Musicalmente regala esperienze nuove. L’arpa è uno strumento che richiama immagini ben precise, e provare a scalzarle reinterpretando questo strumento in chiave moderna sarebbe potuto risultare per molti un azzardo dal tragico epilogo. Ma questo non accade e non solo perché le novità musicali piacciono molto di questi tempi (basti pensare che già presentarsi con “strani” strumenti medievali in un qualsiasi talent accresce la curiosità dello spettatore instantaneamente), ma perché la voce di Cecilia cattura. La pulizia del canto, la delicatezza, l’armoniosità tra la musica e le parole che pronuncia, la capacità di interpretare sia testi in inglese che in italiano, la rendono già al debutto un’artista matura e consapevole delle proprie capacità.

La sostanza c’è ed è evidente e questo non può che essere solo l’inizio per questa giovane cantautrice, che tra un esperimento e l’altro ha comunque lasciato spazio a racconti intimistici che descrivono chi è, quello che pensa della vita, dell’amore e  di ciò che si aspetta da entrambi. Un’artista italiana, ma dalle sfumature che la rendono internazionale. Solo grandi aspettative nei suoi confronti e per il momento godiamoci questo piccolo capolavoro in attesa di nuovi emozionanti ascolti.

WINTER GUEST – CECILIA

 

Suhail Ferrara
Author: Suhail Ferrara

Palermitana di origini asiatiche. Amore per il cinema, le istantanee e le storie. Scrive per dar voce alle sue passioni e vivere la vita è la sua aspirazione più grande. “Carpe diem” il suo motto.

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