‘Anime nere‘ è il film italiano del 2015. A decretarlo, la giuria dei David di Donatello, che ha assegnato alla pellicola di Francesco Munzi (nella foto con Giancarlo Giannini) ben nove statuette, tra cui anche quella per il miglior regista e la migliore sceneggiatura. Un responso quasi inatteso, perchè le sedici nomination della vigilia lo portavano comunque tra i favoriti di quest’anno. Le quattordici candidature de “Il giovane favoloso” hanno portato invece il film di Mario Martone su Leopardi al David per il miglior attore, vinto dal bravissimo Elio Germano (nella foto con Isanella Ferrari). Migliore attrice Margherita Buy (foto), che per la struggente interpretazione in “Mia madre” di Nanni Moretti ha conquistato una statuetta più che meritata. La pellicola morettiana, tra le migliori del regista romano, ha vinto un’altra statuetta con Giulia Lazzarini, interprete non protagonista nel film (impersonava proprio la madre della Buy), mentre il premio per il miglior attore non protagonista è andato a uno dei caratteristi più prolifici, Carlo Buccirosso (foto), camorrista pentito in “Noi e la Giulia“, di Edoardo Leo, che ha conquistato anche il premio David Giovani.
La serata di premiazione, condotta da Tullio Solenghi, ha visto la presenza anche di Quentin Tarantino, premiato da Ennio Morricone per i due David del passato per “Pulp fiction” e “Django Unchained“. L’occasione è stata ghiotta per annunciare la presenza del compositore italiano come autore delle musiche nel prossimo film del director Usa, The hateful Eight, un western che vedremo probabilmente nel 2016.
Alla luce dei risultati, ci permettiamo qualche considerazione. Il cinema italiano dell’ultimo anno si mostra in ottima salute, con spazio a pellicole di qualità, legate non solo ai classici stereotipi, ma aperte verso l’attualità e l’approfondimento. I quattro film citati (“Anime nere“, “Il giovane favoloso“, “Mia madre” e “Noi e la Giulia“) offrono uno spaccato del paese che si interroga, riflette e agisce nell’attualità, senza dimenticare i riferimenti alla cultura che è nel proprio dna. Interessante a questo proposito che nel novero dei film premiati rientri “Noi e la Giulia”, un film di resistenza contro la criminalità, che preferiamo ad “Anime nere” e che mostra se vogliamo l’altra faccia della medaglia rispetto al film di Munzi, e che, sia pure con registri da commedia, esprime il coraggio e la voglia di non piegare la testa rispetto all’oppressione camorristica. Un film, non l’unico certo, realizzato in Basilicata, regione che, grazie a una Film Commission attiva e concreta, diretta da Paride Leporace, si sta configurando come una sorta di isola felice per progetti cinematografici di qualità, ed esempio per altre location del nostro sud – Calabria in primis – che se valorizzate con cognizione di causa e competenza, potrebbero essere volano importantissimo per l’economia locale.
Nel riferimento alla cultura che è parte del nostro dna si inquadra senz’altro l’omaggio di Martone a Leopardi, in un film che ha riscosso attenzione e interesse anche da parte dei giovani. Certo, se guardiamo al box office dell’anno appena trascorso noteremo che il film di Martone è solo diciottesimo, mentre il primo film italiano in classifica è “Si accettano miracoli” di Alessandro Siani (quinto posto assoluto, 15.469.470 euro di incassi), che si piazza dietro quattro blockbuster made in Usa come “Cinquanta sfumature di grigio“, “American Sniper“, “Fast & Furious 7” e “Avengers: Age of Ultron” (che hanno incassato rispettivamente tra i 16 e i 19 milioni di euro) e che precede commedie italiane come “Il ricco il povero e il maggiordomo” con Aldo, Giovanni e Giacomo e “Andiamo a quel paese” con Ficarra e Picone. Questo lascia intendere che le cose da fare siano ancora tante per il nostro cinema, che si muove tra pellicole di cassetta e soggetti di qualità. In questo senso, da segnalare il David per il miglior regista esordiente, andato a Edoardo Falcone per “Se Dio vuole“, con Alessandro Gassman e Marco Giallini, espressione di un genere – la commedia all’italiana, appunto – che si rinnova attraverso toni rinnovati verso le tematiche sociali di oggi, e che esprime voci interessanti: oltre a Falcone e a Leo, da citare in questo senso le regie di Massimiliano Bruno, Paolo Genovese e Luca Miniero.
DAVID DI DONATELLO 2015 – TUTTI I PREMI
Miglior film: Anime nere di Francesco Munzi
Miglior regista: Francesco Munzi
Miglior sceneggiatura: Maurizio Braucci e Francesco Munzi per Anime nere
Miglior attore protagonista: Elio Germano per Il giovane favoloso
Miglior attrice protagonista: Margherita Buy per Mia madre
Migliore attrice non protagonista: Giulia Lazzarini per Mia madre di Nanni Moretti
Migliore attore non protagonista: Carlo Buccirosso per Noi e la Giulia di Edoardo Leo
Migliore regista esordiente: Edoardo Falcone per Se Dio vuole
Miglior produttore: Luigi Musini per Cinema Undici e Paolo Del Brocco per Anime nere
Miglior canzone originale: Anime nere di Massimo De Lorenzo e Giuliano Taviani
Miglior documentario: Belluscone, una storia siciliana di Franco Maresco
Miglior autore della fotografia: Vladan Radovic per Anime nere
Miglior montaggio: Cristiano Travaglioli per Anime nere
Miglior truccatore: Maurizio Silvi per Il giovane favoloso
Miglior acconciatore: Alberta Giuliani e Aldo Signoretti per Il giovane favoloso
Migliori effetti digitali: Stefano Marinoni per Visualogie per Il ragazzo invisibile
Miglior musicista: Giuliano Taviani per Anime nere
Fonico di presa diretta: Stefano Campus per Anime nere
Miglior scenografo: Giancarlo Muselli per Il giovane favoloso
Miglior costumista: Ursula Patzak per Il giovane favoloso
Miglior film straniero: Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu
Miglior film dell’Unione Europea: La teoria del tutto di James Marsh
David Giovani: Noi e la Giulia di Edoardo Leo
Miglior Cortometraggio: Thriller di Giuseppe Marco Albano