Scoperto da Fiorello come conduttore radiofonico nel programma Viva Radio2, Luca Bianchini ha condotto su Rai Radio Due, tutte le mattine dalle 6 alle 7 e dal lunedì al venerdì, il programma Colazione da Tiffany – titolo ripreso dal celebre romanzo di Truman Capote del 1958 – che si apriva ogni giorno con la lettura di un incipit di un romanzo gradito a Bianchini, “un libro che avrebbe voluto scrivere”.
Ha esordito come scrittore nel 2003 con il romanzo “Instant Love” ma è con “Io che amo solo te” (2013) che raggiunge l’apprezzamento del grande pubblico con le vicende di Don Mimì e Ninella nella Puglia di Polignano a Mare. Il successo del romanzo fu così ampio che lo stesso anno Bianchini decise di pubblicare il sequel “La cena di Natale” (sempre del 2013), riprendendo le vicende dei personaggi qualche mese dopo il matrimonio dei figli dei protagonisti, raccolti per il cenone cenone della vigilia di Natale.
Quest’anno l’autore è tornato in libreria con un nuovo racconto dal titolo “Dimmi che credi al destino”, sempre edito da Mondadori, in cui si narrano le vicende di Ornella, direttrice della libreria “Italian Bookshop” che rischia di essere chiusa per l’apertura di un ristorante. La protagonista, una donna forte, schiva e fragile, verrà affiancata dall’aiuto della collaboratrice Clara, la cara amica Patti, la mente da ragioniere di Diego, il suo amico di lettura e confidenze Mr. George ed il suo vicino Bernard. La storia è ambientata a Londra dove Ornella si trasferì vent’anni prima fuggendo dal passato difficile nella sua Verona. Riuscirà la libraia a riuscire a salvare la sua libreria ma soprattutto a sconfiggere definitivamente i fantasmi del passato?
Dopo la location incantevole di Polignano a Mare, Bianchini sposta il suo estro narrativo nella City, dove tra realtà e fantasia, tratteggia la figura di Ornella, sua amica nella vita reale, che rischia di perdere la sua libreria “Italian Bookshop” ad Hampstead. Rispetto alle precedenti storie, lo scrittore torinese mostra una svolta decisiva nella trama e nei personaggi. Quella che mostra è una Londra alla Notting Hill come mostra la copertina del libro con due case, azzurra e rosa, molto british, vittoriane.
Bianchini ha la capacità di raccontare la vita con una vena pop-culture, di tratteggiare la sensibilità e la creatività delle donne. Il suo è un racconto di vita e di vite incastrate l’una all’altra sul filo del ricordo. “Dimmi che credi al destino” è un viaggio sotto il cielo di Londra, quello che sembra fatto per raccontare l’amore e che, dall’alto, continua a spiare la sorte di Ornella, dei suoi compagni d’avventura e dell’Italian Bookshop.
Fatti e persone reali hanno toccato l’animo e l’entusiasmo di Bianchini, deciso a contribuire alla salvezza di un posto speciale dove anche i pesci rossi Russel&Crowe, parte integrante della libreria, trasmettono la passione per la lettura. È un Bianchini sicuramente diverso da “Io che amo solo te”, in primis per la scelta di ambientare la storia fuori dall’Italia pur conservando l’italianità dei vari personaggi, tra cui il partenopeo Diego forte delle sue inflessioni meridionali che regalano una risata al lettore per la veracità dialettale.