Come promesso eccoci nuovamente a parlarvi del Teatro Ringhiera. Nell’articolo precedente vi abbiamo presentato un po’ il quadro generale della manifestazione, in corso da giovedì 11 maggio, oggi entreremo nel dettaglio dei primi due giorni. Come già detto, nelle prime due giornate si sono alternati uno spettacolo pre-serata, “due chiacchiere con..” un giornalista sportivo o uno sportivo ed infine la piéce di chiusura.
Giovedì apre la giornata “Suzanne” –lettura tratta da “Suzanne Lengleng, la prima donna del tennis” e “La diva del tennis” di Gianni Clerici. Per questo spettacolo sono stati chiamati a partecipare gli allievi del Laboratorio di formazione permanente del Teatro Ringhiera (che si svolge ogni due anni) dell’edizione 2015/2016. Cinque attori sul palco – Lucia Angella, Benedetta Marigliano, Simone Migliavacca, Anna Monticelli, Elena Riccardi – più l’allievo drammaturgo Alessandro Avanzi che ha curato la messa in scena. Come potrete immaginare dal titolo, la storia narra la vita e l’ascesa al successo della tennista Suzanne Lenglen, i complessi rapporti familiari e quanto il mondo dello sport abbia influito sia positivamente che negativamente sulla sua vita. Nonostante non si trattasse esattamente di professionisti del settore, dobbiamo dire che siamo rimasti piacevolmente stupiti nel complesso, davvero un buon lavoro e ben strutturato, anche il pubblico è stato molto partecipe e visibilmente soddisfatto.
Successivamente “Due chiacchiere con… Gianni Clerici” affermato giornalista sportivo, nonché ex tennista, appunto autore dello spettacolo di apertura. L’intervista, molto informale, nel tipico stile Ringhiera, vede come moderatore della discussione Serena Senigallia, direttore artistico del teatro. Clerici ci ha raccontato da una parte la storia del tennis e la sua evoluzione fino al nostro contemporaneo, come inizialmente fosse uno sport d’élite, in principio solo gli aristocratici vi avevano accesso e come poi col tempo il range sociale si sia allargato. Ci ha spiegato un po’ anche il motivo che l’ha spinto ha scrivere della Lenglen, l’unica a non avere una biografia ufficiale, nonostante avesse spianato la strada al tennis femminile; quindi alla base la volontà di omaggiarla raccontando la sua storia. E’ stato piacevole ascoltarlo, persona davvero squisita.
Chiudono la giornata la Compagnia Civilleri Lo Sicco con lo spettacolo “Boxe” di Enrico Ballardini. Parla della cruda realtà della boxe, di come sia solo in apparenza un nobile sport fatto di sacrifici, per il conseguimento di un obbiettivo, per la realizzazione di se stessi, ma che in realtà è solo puro e semplice avanspettacolo ed ogni elemento è al suo servizio, tutto è fittizio, non c’è gloria, non c’è verità, non c’è auto-realizzazione. Scenografia ben studiata, funzionale ed innovativa, le corde la fanno da padrone, creano ambienti ed oggetti, quattro travi di legno formano ora “il quadrato” ora un “metro misuratore”. I personaggi portati in scena sono caricaturali, macchiettistici, proprio a sostegno del concetto alla base della piéce e si, anche divertenti e azzeccati. Veniamo a ieri, venerdì 11 maggio. Lo schema è il medesimo. Apre la giornata “Santa Europa Defensora” di Jacopo Gardelli con Lorenzo Carpinelli (in collaborazione con “Gruppo dello Zuccherificio e Ravenna Teatro). I temi centrali sono atletica e immigrazione, spettacolo inserito dal Ringhiera nella rassegna appositamente in virtù di ciò. Portate in scena la vita di un centometrista occidentale e quella di un migrante, accomunati dalla “corsa verso una meta”. Lo spettacolo è un monologo, il scena pochi elementi ma ben studiati per la resa delle due realtà. E’ partito molto bene, anche qui attenzione e partecipazione del pubblico erano tangibili, però andando avanti si è un po’ “perso via”, a tratti eccessivamente confusionario e criptico. L’attore molto preparato ma a volte un po’ troppo sopra le righe. Con qualche accorgimento in più avrebbe certamente potuto funzionare meglio.
Poi “Due chiacchiere con… Jennifer Isacco”, simpaticissima! Presiede l’intervista Mila Boeri co-organizzatrice dell’evento. La Isacco, già professionista nell’atletica leggera è medaglia olimpica nella disciplina del Bob a due. Ci ha raccontato come si sia dovuta inserire in un ambiente presidiato solo da uomini, come si sia dovuta confrontare con atlete con una prestanza fisica notevole ma riuscendo comunque a raggiungere i suoi traguardi, nonostante le innumerevoli difficoltà.
Veniamo allo spettacolo serale. Chiude la giornata lo spettacolo “Marco Pantani – Il campione fuori forma–“ di Alessandro Albertin, con Francesca Botti e Alessandro Albertin, regia Michela Ottolini.
Sul palco i due attori narrano, con fare documentaristico l’ascesa e la discesa del ciclista Marco Pantani, di come sia stato strumentalizzato dalle associazioni sportive e dai media, presentando un quadro chiaro e dettagliato delle varie vicende, avvalso da ricerche e documenti, su cosa sia accaduto nella sua carriera e quanto sia stato probabilmente ingiustamente infangato. Gli interpreti davvero bravissimi, recitazione appassionante, la scenografia le definiremmo geniale. Lo spettacolo però forse un po’ troppo lungo ma probabilmente l’ora tarda non ha aiutato.

Continueremo ad aggiornarvi nei prossimi giorni, non vediamo l’ora di assistere a ciò che verrà!

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