Il direttore de “Il Fatto Quotidiano”, accompagnato da Giorgia Salari, spiega perché opporsi al referendum voluto da Renzi e Boschi NoteVerticali.it_Marco_Travaglio_Giorgia_Salari_Garden_Rende_180716_2Diremo la verità. Non ci è mai stato particolarmente simpatico, per quell’arietta da primo della classe che recita i propri monologhi come giaculatorie, sempre preciso, informato, attento. Ma non possiamo negare che, al di là della parte da bastian contrario da cui trae senz’altro vantaggi, ciò che Marco Travaglio dice, quasi sempre, corrisponda al vero, e la cosa non può disinteressarci, perché, il più delle volte, ha a che fare con la res publica, e quindi anche con qualcosa a cui dovremmo tenere perché, essendo di tutti, è anche nostra.

Fatte queste doverose premesse, registriamo una serata al cinema Garden di Rende (CS), nel corso della quale il giornalista torinese ha presentato “Perchè no“, sua ultima fatica letteraria edita da Mondadori che cerca di far luce sulla nuova riforma costituzionale e sul relativo referendum (anzi, Referenzum, per dirla a suo modo) che, nel prossimo ottobre, ne sancirà il destino per la gioia o il dolore di tutti gli italiani. Un cambiamento che si preannuncia epocale, fortemente voluto da Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del PD, da Maria Elena Boschi, titolare del dicastero riformista, e sostenuto in modo autorevole da altri personaggi, in primis Giorgio Napolitano, (bis)presidente emerito (e discusso) della Repubblica, Denis Verdini, un tempo fedelissimo di Silvio Berlusconi e oggi traghettato verso il porto più sicuro dell’ex sindaco di Firenze, e il leghista Roberto Calderoli, passato già alla storia delle vergogne anche per aver apostrofato come ‘orango’ l’ex ministro Cecile Kyenge nel corso di un comizio elettorale.   

NoteVerticali.it_Marco_Travaglio_Giorgia_Salari_Garden_Rende_180716_5Su una scenografia essenziale, in mezzo a una platea attenta composta perlopiù da giovani, Travaglio ha snocciolato, ridicolizzandole, le fantomatiche ragioni del SI che, a suo dire, al di là di slogan a effetto poggiano su fondamenti di teoria che lasciano poco spazio alla pratica. E, nel contempo, dimostrando, inevitabilmente, quanto il buonsenso debba impedire un delitto costituzionale che resterebbe impunito, salvaguardando il lavoro dei padri costituenti per ciò che, parafrasando il ‘traditore’ Roberto Benigni, resta quello che ci ha regalato a tutt’oggi la Costituzione ‘più bella del mondo’. Non possiamo dargli torto, in barba a una riforma che, con la scusa di voler semplificare l’iter che porti alla governabilità del paese, in realtà sembra togliere ancor più potere agli elettori, mortificando di fatto l’essenza democratica del nostro paese. Una riforma che, se passasse, assegnerebbe un premio di maggioranza dal peso esagerato al partito di maggioranza relativa, e che delegherebbe il Senato a camera formata da sindaci e rappresentanti delle regioni, nominati e non eletti dal popolo.

A dar manforte al direttore de ‘Il Fatto Quotidiano‘, l’attrice Giorgia Salari, che ha dato vita a una esilarante imitazione del ministro Boschi riportando le frasi testuali dell’onorevole in risposta alle domande interessate di Travaglio. Risultato ottenuto, quello che ha finito per avallare, ancora una volta, una consuetudine ormai consolidata nel nostro paese: spettacolarizzare il modo di fare informazione non attraverso ciò che dovrebbe essere un fondamento di educazione civica, ma ridicolizzando le ragioni dell’avversario per esaltarne le proprie. Ciò non per sminuire il merito di Travaglio nel portare nei teatri (a proprio uso e consumo, certo!) un tema così delicato e serio, ma per voler sottolineare quanto sia invece fondamentale dare spazio a entrambi i fronti per poter raggiungere il giusto equilibrio da affidare a un confronto davvero democratico e civile, che non sia filtrato sotto il cappello troppo riduttivo della satira a tutti i costi.

Di Luigi Caputo

Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l'arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia...

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