Steve McCurry è uno dei fotoreporter più importanti e talentuosi al mondo. Artista, fotografo, viaggiatore, con la sua Nikon riesce ad immortalare attimi indimenticabili che sfuggono al comune occhio umano. La quotidianità con la sua macchina fotografica si trasforma nell’eterno. Presso il Teatro1 di Cinecittà a Roma si tiene la mostra “Oltre lo Sguardo”, dove lo spettatore può ammirare i suoi 40 anni di viaggi racchiusi in 150 fotografie.
Si viene catapultati in un ambiente incorporeo, senza forma. Un labirinto immerso nell’oscurità, misterioso, quasi mistico. A circondare il visitatore solo dei veli neri che creano dei microambienti. Lo spettatore può perdersi all’interno di questo percorso. Non vi è un cammino predefinito, tutto dipende dal caso. E all’improvviso ecco che ci si imbatte nelle protagoniste della vita di questo straordinario fotografo, le sue fotografie. Vere, nude, toccanti, autentiche, strazianti.
Vi sono solo lo spettatore e le immagini, nient’altro a fare da contorno o da inutile abbellimento che andrebbe a contrastare con l’intimità dell’ambiente, se non dei video in cui si mostra Steve McCurry che parla della sua arte, del suo rapporto con la fotografia e delle sue “massime” che lo hanno accompagnato in tutti questi anni di vita, fatti di viaggi, di conoscenze e di scoperte. Ed è proprio questo che rende l’allestimento della mostra ben riuscito, progettato da Peter Bottazzi.
L’oscurità è attenuata da leggere e calde sfumature di luce che illuminano solo le fotografie. Foto che racchiudono in sé una doppia anima. Vi è la drammaticità, la tragedia, ma al tempo stesso una forte vivacità, una vitalità dovuta sicuramente al grande ruolo che ha il colore in ogni singolo scatto dell’artista. D’altronde come dice McCurry: “Il bianco e il nero vanno sicuramente bene, e in generale tutto dipende dalle situazioni, però c’è da dure una cosa: la vita è a colori e per questo la scelta del colore mi sembra più logica, molto naturale. Attraverso il colore restituisco la vita come appare”.
Si possono ammirare i luoghi, gli sguardi, i momenti di quotidianità e storici che l’artista ha immortalato nel corso della sua carriera. Scatti che colpiscono l’anima, che toccano la sensibilità dell’individuo. Nei volti fotografati, ormai divenuti delle vere e proprie icone, si riflette il mondo, l’umanità stessa. In quegli occhi il visitatore può rivedere se stesso. Nelle sofferenze, nelle gioie, nelle paure immortalate dal fotografo si possono riscontrare quelle racchiuse in ognuno. Si scopre il senso della meraviglia del mondo, e le differenze e le somiglianze delle persone che lo popolano. È questo, forse, il segreto di McCurry e della sua arte. Si racconta di un mondo estraneo, una realtà lontana, ma nonostante ciò ogni persona vi si può riconoscere; in quelle immagini sono espressi i sentimenti di tutti, le emozioni di tutti. Le distinzioni vengono annullate. Esiste solo la vita e le meraviglie che la caratterizzano.
Per chi non avesse visitato la mostra, ha di tempo fino al 20 Settembre 2015. Per chi non conoscesse ancora questo straordinario fotografo, il consiglio è quello di non perdere l’occasione di ammirare la sua arte e di lasciarsi trasportare, grazie alla potenza di queste straordinarie immagini, in un mondo altro ma sempre nostro.
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