Il cantautore calabrese ha presentato il brano al Festival di Sanremo 2025. Il videoclip è stato diretto da Giacomo Triglia
Diciamo la verità. Abbiamo fatto un po’ di fatica ad abituarci all’idea che nel clamore sanremese, la presenza di Brunori Sas potesse essere fuori luogo. Tra nani e ballerine, in un’atmosfera da circo più che da sala concerti, storicamente il Festival non offre la giusta dimensione per un ascolto ragionato e attento, quello meritorio per un cantautore. Ma d’altro canto è anche giusto che il pubblico conosca il talento e l’arte di Dario Brunori, che in quindici anni ha costruito mattone su mattone (analogia scelta non a caso, considerano il settore dell’impresa di famiglia, con sede a Fuscaldo, in provincia di Cosenza) la propria credibilità artistica e che oggi giustamente raccoglie quanto di buono ha seminato.
La ragione del successo popolare di Brunori è L’albero delle noci, brano intenso, espressione purissima di cantautorato, con il quale ha partecipato a Sanremo 2025. Un racconto introspettivo, una riflessione sullo scorrere del tempo, sulle responsabilità di padre:
Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci
E nei tuoi occhi di mamma adesso splende una piccola fiamma
Io come sempre canguro fra il passato e il futuro
Scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro
E come un ragioniere in bilico fra il dare e l’avere
Faccio partite doppie persino col mio cuore
Come si può cadere in basso
Da una distanza siderale
ma anche una riflessione sulle proprie origini:
Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele
E le persone buone portano in testa corone di spine
Ed ho imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino
E che una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane…
che si apre a un desiderio inespresso per il quale la speranza sembrerebbe quasi essere una bestemmia:
Vorrei cambiare la voce
Vorrei cantare senza parole
Senza mentire
Per paura di farti soffrire
Vorrei cantarti l’amore, amore
La notte che arriva nel giorno che muore
Senza cadere
Nella paura di farti male…
Avrebbero potuto essere tante le trappole in cui incorrere quando si canta di sentimenti nobilissimi quali quello di un amore verso un figlio. Dario Brunori è stato abile a non caderci dentro, manifestando la propria fragilità umana di piccola creatura davanti alla meraviglia della creazione:
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
E posso navigare
Sotto una nuova stella polare
Versi profondi e intensi, a cui fa eco una melodia struggente e mai banale. Una canzone completa, decisamente nel novero delle migliori proposte viste a Sanremo. Insieme al brano è stato diffuso un videoclip diretto da Giacomo Triglia, prodotto da Borotalco TV insieme a Calabria Film Commission. Il plot narrativo non poteva che essere intimo e familiare, in linea con il tono del brano. Ed è proprio una festa di famiglia quella che va in scena nel video, girato presso la Cooperativa Sociale Arcadinoè di Vadue di Carolei, a due passi da Cosenza, un luogo concreto e positivo di accoglienza e riscatto. Ispirato dichiaratamente alla rappresentazione vivente del sistema solare che fa Béla Tarr nel suo film “Le armonie di Werckmeister“, il video, scritto da Triglia e Brunori, mostra una sorta di gioco che coinvolge tutti i presenti e che mette al centro proprio la protagonista del brano, la piccola Fiammetta Brunori, che interpreta il Sole. Ogni membro del nucleo familiare è un pianeta, e tutti danzano attorno alla bambina, il Sole, il centro delle loro attenzioni. Ma c’è di più. In un gioco di rimandi temporali, il video mostra una ragazza ormai adulta, che nello stesso luogo e davanti alla stessa stufa il cui crepitìo restituisce il senso del calore familiare, a distanza di tempo ripensa a quel momento, con malinconica nostalgia.
Un’idea semplice ma allo stesso tempo dirompente, che traccia forte il solco del significato di ciò che il brano vuole far trasparire. Quel senso di appartenenza più volte rimarcato da Brunori che diventa un mood di autenticità in un mondo come quello musicale che di autenticità vive sempre meno. La stessa scelta di girare in pellicola il video restituisce quel gusto per le emozioni senza tempo, che resistono all’ansia della manipolazione digitale tout-court, e che offrono uno sguardo disincantato al presente, su cui poggia il passo del cantautore, sempre più “canguro tra passato e futuro”.
“L’albero delle noci” è anche il titolo dell’album di Brunori sas, prodotto da Riccardo Sinigallia, pubblicato il 13 febbraio 2024.
Idealista e visionario, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…