
Una vittoria per certi versi annunciata, quella di Nicola Lagioia. Il suo “La ferocia“, edito da Einaudi, ha convinto gran parte dei giurati e ha conquistato il Premio Strega 2015. Ai posti d’onore, Mauro Covacich con “La sposa” (Bompiani) e Elena Ferrante con “Storia della bambina perduta” (e/o). La cerimonia, svoltasi al Ninfeo di Villa Giulia a Roma e condotta da Concita De Gregorio con Paola Minaccioni, è stata caratterizzata da una certa sobrietà d’insieme: sono mancate, infatti, sia le mise esuberanti sfoggiate in passato da alcune signore presenti, sia quell’aria competitiva che aveva segnato le edizioni precedenti. In compenso, ci sono stati i riferimenti all’attualità, con rimandi alla situazione greca sia da parte della De Gregorio sia da parte di Lagioia.
Lo stesso vincitore ha poi dedicato il premio a sua moglie Chiara (“Senza di lei questo premio non sarebbe stato possibile“) e ha brindato, come d’uopo e come si può vedere in foto, con una bottiglia di liquore Strega tradizionalmente consegnata al vincitore. “La ferocia” racconta, attraverso la morte di una giovane donna appartenente all’alta borghesia, le oscure vicende di una famiglia di costruttori baresi.

Scorrendo le altre posizioni di classifica, troviamo al quarto e quinto posto rispettivamente Fabio Genovesi con “Chi manda le onde” (Mondadori), vincitore dello Strega Giovani, e Marco Santagata con “Come donna innamorata” (Guanda). Da segnalare l’assenza alla cerimonia di Elena Ferrante, scrittrice sempre più misteriosa, che era stata convinta a partecipare da Roberto Saviano. Presidente di giuria, lo scrittore Francesco Piccolo, vincitore dello Strega 2014 con “Il desiderio di essere come tutti” (qui la nostra recensione). Niente da fare per Vinicio Capossela, che era stato candidato da Feltrinelli: “Il paese dei coppoloni” resta un esempio originnale e tenerissimo di letteratura ‘dal basso’ grazie al quale è possibile risalire alle proprie radici.

Idealista e visionario, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…