C’è una canzone dei Baustelle, Il sottoscritto, che parla di occasioni mancate con la vita. Mi è venuta in mente leggendo Nona e Tredicesima, che racconta di un musicista di piano-bar che sogna ciò che avrebbe potuto essere. Il racconto è il primo della raccolta Disaccordi imperfetti, edita da Feltrinelli, in cui Jonathan Coe mette insieme storie diverse tra loro, ma accomunate, probabilmente, da un filo comune impercettibile ma presente. Ancora spazio alle occasioni mancate e al rimpianto in altri episodi della raccolta, da V.O. Versione originale, dove un regista chiamato a fare da giurato in un improbabile festival del cinema horror cerca di dare una svolta alla sua mediocre esistenza ma senza la giusta fermezza che gli consentirebbe di farlo. E ancora, in Ai ferri corti, dove protagonista è invece una coppia di pensionati inglesi, che non riesce a dare un nome alla propria casa al mare. Coe, come già fatto in passato, si mostra anche qui impeccabile nel descrivere la psicologia femminile: per averne una dimostrazione leggiamo Leida, dove a farla da protagonista è ancora la nostalgia verso il passato e la bellezza.
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Nella seconda metà del libro si passa poi ad altre tematiche, dando spazio a rapporti familiari non sempre attraversati dalla serenità. C’è la tenerezza e l’ingenuità del bambino di dieci anni che in Ivy e le sue sciocchezze trascorre un classico Natale nella campagna inglese in compagnia del fantasma di un assassino, mentre i familiari ignorano le sue paure e la sorella lo prende bellamente in giro. Ma c’è anche la diversità di caratteri e di sensibilità di marito e moglie, che, in occasione del saggio della figlia, scoprono di non essere fatti l’uno per l’altra: il racconto in questione si chiama Pentatonica, e ancora qui entra in gioco la musica, una delle passioni evidenti di Coe, che non ne fa affatto mistero. Ancora Natale unito a crisi matrimoniale in Rotary Park, dove si dà spazio all’inquietudine di una donna, moglie e mamma apparentemente felice. Chiude infine la raccolta Billy Wilder. Diario di un’ossessione.
Stavolta a ‘parlare’ è lo scrittore in prima persona, che confessa il proprio rapporto ‘malato’ verso il film ‘La vita di Sherlock Holmes‘, diretto da Wilder. Una vera e propria ossessione che investe la colonna sonora della pellicola. Ancora una volta, quindi, la musica, che in Coe torna in modo costante, e che caratterizza uno stile di scrittura piacevole, intriso di quella dolce malinconia che ci fa pensare a un giorno di settembre intriso di pioggia, in cui si pensa alle occasioni mancate per l’estate ormai alle spalle.
Jonathan Coe – Disaccordi imperfetti. Feltrinelli, 2015

Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…