Il ritorno alla regia cinematografica di Silvio Soldini (fra le pellicole più note “Pane e tulipani” e “Agata e la tempesta”), avviene con il film-documentario “Il fiume ha sempre ragione”, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection in collaborazione con Fil Rouge Media, già presentato a giugno in anteprima nazionale al Biografilm Festival | International Celebration of Lives, e vincitore del premio del pubblico come miglior film al concorso nazionale Audience Award.
Il titolo è tratto da una citazione di uno dei protagonisti, l’editore, aforista, illustratore Alberto Casiraghy, fondatore a Osnago della casa editrice Pulcinoelefante, dove crea edizioni uniche e particolari con il suo gioiello più prezioso, la stampante meccanica a caratteri mobili. A Mendrisio, nel Canton Ticino, vive e lavora l’altro protagonista, Josef Weiss: nel suo Atelier della Stampa e Rilegatura realizza opere straordinarie unendo sensibilità grafica e raffinata tecnica di restauro dei volumi.
L’intento del regista è quello di raccontare in maniera intima e semplice la vita e l’amicizia di questi due uomini che hanno trovato la felicità in questo tempo riscoprendo i valori antichi di un lavoro manuale, al di là della moderna produzione seriale di prodotti senza un’anima. “Sono entrato in punta di piedi e mi sono messo in un angolo a osservarli, a cercare di capire, per arrivare a cogliere la poesia dei loro gesti”, spiega Soldini. “Il fascino per il loro lavoro e per il modo in cui lo affrontano è stata la molla iniziale, ma solo adeguandomi al loro ritmo ho capito la forza del loro rapporto con la vita, che li fa essere personaggi straordinari, nella loro apparentemente umile e profonda umanità”.
Casiraghy e Weiss hanno goduto di una vita intensa, dedicata alla loro passione per l’editoria tradizionale e la rilegatura a mano; hanno visto passare per le loro mani opere di Alda Merini, Bruno Munari e Allen Ginsberg. In comune c’è un lavoro e una passione, ma due personalità molto diverse. Se il primo è un personaggio eccentrico, pittoresco, l’altro è dal portamento solenne e dal carattere pacato. Tuttavia sono legati da una profonda amicizia che il regista esplora e osserva attentamente, così come “in punta di piedi” segue il corso lento del loro lavoro artigianale, cullato da una colonna sonora di soavi rumori e fruscii di carta.
Il titolo dell’opera – “Il fiume ha sempre ragione” – sta effettivamente a racchiudere il senso di questo film: un ritorno alle origini, lì da dove è nato tutto, il fiume. D’altronde a scuola ci hanno sempre insegnato che le grandi civiltà si sono sviluppate così, sulle rive di un corso d’acqua. E’ proprio questa l’atmosfera che si respira nella pellicola, lo scorrere di un fiume lento, ma trascinante come la passione di questi due uomini che hanno cercato di tornare ai valori originali del lavoro lento, manuale e paziente in questi tempi così frenetici, hanno ritrovato la “magia delle parole” in un mondo in cui si pronunciano senza pensare al peso che si portano dietro.
IL FIUME HA SEMPRE RAGIONE – Il trailer
Giornalista appassionata di arte e spettacolo, per studi e vocazione particolarmente attenta alla cultura orientale e alla danza in tutte le sue espressioni.