Capita raramente di assistere alla proiezione di un film ed avere la sensazione di essersi imbattuti in qualcosa di altissimo. Il cinema di Martin McDonagh è uno di questi momenti. Dal debutto, con In Bruges, il commediografo irlandese ha messo in chiaro come la sua creatività viaggi su un piano superiore. “Tre manifesti a Ebbing Missouri”, è la prova ulteriore del talento di un regista completo e di un profondo conoscitore dei mezzo. Una donna. Mildred, cerca giustizia per sua figlia morta ammazzata e lo fa affittando tre cartelloni pubblicitari dove pone alcune domande alla polizia della cittadina di Ebbing rea, secondo lei, di eccessivo lassismo nel condurre la indagini. Dopo vari tentativi di farla desistere da parte della comunità, Mildred imparerà a sue spese che non esistono solo due modi di vedere le cose. Una vicenda che raccoglie echi di cinema classico (dal western al noir fino al melodramma) e può contare su una sceneggiatura perfetta. McDonagh è autore di dialoghi che alternano momenti di straordinaria ironia ad altri più riflessivi arrivando a un intimismo che mette in luce tutte le sfaccettature dei personaggi. Frances McDormand attraverso la sua recitazione riesce nella difficile impresa di trasmettere ogni emozione che il suo personaggio, Mildred, prova. Il dolore di una madre, il desiderio di giustizia e la sete di vendetta. Sam Rockwell e Woody Harrelson incarnano perfettamente la coppia di poliziotti in una provincia americana ancora carica di pregiudizi e incapace di abbandonare frustrazioni e rabbia. Attraverso un gesto eclatante i personaggi ritroveranno i buoni sentimenti trasformando il loro metro di giudizio sui fatti e cambiando altresì loro stessi.
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Una regia essenziale e fatta di inquadrature minimali quella di McDonagh, efficacissima nell’accompagnare e rendere il ritmo di cui tutto il film è pervaso. Durante la proiezione lo spettatore non si limita ad assistere ma diventa parte integrante della vicenda stessa apprezzandone o detestando tutti i personaggi. Secondo lo svolgersi degli avvenimenti il parere di chi guarda, cambia fino a rendersi conto che nessuno è perfetto, la differenza rimane ammetterlo. Una bella storia raccontata bene è l’essenza del cinema, ma questo film va oltre. La pellicola non tratta argomenti particolarmente alti, riesce a essere uno spaccato sociale senza cadere nella retorica o prendere alcuna posizione e lo fa proponendo personaggi che potrebbero definirsi teatrali, nell’accezione più positiva del termine, rinunciando però a quelle forzature che li renderebbe macchiette. Alcune “immagini sonore” sono ancora merce rara.
TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI (Usa/GB 2017, 115′). Regia di Martin McDonagh. Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, Lucas Hedges.20th Century Fox. In sala da giovedì 11 gennaio 2018.

Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.