Salutiamo un anno nel quale ci hanno accompagnato storie e personaggi, tra paura e voglia di speranza. Ricordiamo i protagonisti principali degli ultimi 12 mesi…
A – Amnesty International: Anche il 2017, come il 2016, non ha certo brillato per il rispetto dei diritti umani nel mondo. Amnesty denuncia che nel 2017 ben 36 paesi hanno violato il diritto internazionale rimandando illegalmente rifugiati in paesi dove i loro diritti umani erano in pericolo. Ma ci sono state anche buone notizie, come la scarcerazione (22 febbraio) di Muhammad Bekzhanov, il giornalista dell’Uzbekistan in prigione da più tempo al mondo, rilasciato dopo 18 anni di carcere duro, o come l’approvazione, in Tunisia, della legge sull’eliminazione della violenza sulle donne (26 luglio). Passi piccoli ma significativi, che alimentano la speranza.
Argentina: per il paese sudamericano patria di papa Bergoglio, anche il 2017 sarà ricordato come un annus horribilis, testimone di ininterrotte mobilitazioni contro il governo del presidente Maurizio Macri. Piazze militarizzate, diritti sociali calpestati e riforme neoliberali destinate a costringere a un nuovo giro di vite pensionati, impiegati e studenti. Quarant’anni dopo, il fantasma di Videla è vivo più che mai, purtroppo.
B – Biotestamento: ogni tanto (raramente, ahimè) il governo italiano ricorda a se stesso la propria missione, e produce leggi come questa, degne di un paese finalmente civile.
Bitcoin: dopo anni di carboneria, in un giorno di dicembre la criptovaluta ideata da Satoshi Nakamoto nel 2008 ha guadagnato recentemente i titoli dei tg di mezzo mondo, generando al momento tanta confusione, e stimolando qualche furbacchione ad approfittare del momento. Probabilmente il 2018 sarà l’anno del definitivo successo. O quello del definivo flop: vedremo.
Brunori Sas: il 2017 è stato l’anno di “A casa tutto bene” (qui la nostra recensione), il disco, uscito a gennaio, che ha portato alla ribalta popolare il talento di Dario Brunori, classe 1977, che confeziona in musica, non senza una buona dose di autoironia, le paure esistenziali della sua generazione. Dopo il tour sold-out praticamente in tutta Italia, nel 2018 lo vedremo nuovamente a teatro e poi su Raitre per un programma tutto da scoprire.
C – Catalogna: l’elemento destabilizzante di quest’anno nella politica della vecchia e sonnacchiosa Europa, sempre più imbarazzata nel gestire un ‘casus belli’ come questo a metà tra spirito identitario e bieche ragioni economiche (da ricordare infatti che l’attuale regione spagnola con capoluogo Barcellona traina il commercio del paese). Le elezioni del 21 dicembre, pur tra mille distinguo, hanno confermato che la spinta indipendentista è quella prevalente, e che la repressione ordinata dal premier Rajoy nella domenica di ottobre davanti ai seggi catalani resta lo strumento peggiore per gestire questa situazione. Come andrà a finire? Difficile prevederlo.
D – Digital Divide: Internet non è ancora per tutti: secondo il rapporto della Commissione congiunta Unesco-Itu, il 57% della popolazione mondiale non ha ancora accesso alla rete, che è appannaggio di 3,2 miliardi di persone. In testa come velocità media di connessione la Corea del Sud (29 megabyte al secondo, rapporto Akamai), seguita da Norvegia e Svezia con valori oltre i 20. E l’Italia? Al 54mo posto a livello mondiale e al quartultimo posto in Europa, con 8,2 Mbps. Valori che, pur essendo in crescita rispetto allo scorso anno (+33%), ci fanno fare la figura delle cenerentole se pensiamo che paesi non proprio tecnologicamente avanzati come Romania e Bulgaria raggiungono già i 16 Mbps. Appare ovvio che la necessità di colmare il divario digitale in Italia sia una delle priorità da realizzare nell’immediato. La soluzione sembra essere una sola: la banda larga. Si spera che il piano avallato dalla Comunità Europea che prevede un investimento da 3,5 miliardi di euro per portare la fibra ottica nelle case degli italiani sia presto realtà. Perché tecnologia significa miglioramento delle condizioni di vita. E se Internet non è per tutti, significa che il mondo gira ancora, purtroppo, a due velocità.
E – Europa: Se il 2016 la scia di sangue aveva attraversato il vecchio continente passando da Bruxelles a Nizza, a Monaco, a Berlino, nel 2017 il copione si è purtroppo ripetuto colpendo tra le altre Londra, Parigi, Istanbul, Barcellona e Stoccolma. Un’Europa sempre più in balia degli eventi, dagli attentati agli sbarchi, e politicamente sempre più stretta nella morsa tra Trump e Putin, incapace di fronteggiare i problemi e sempre più lontana dalla gente, prova ne è l’onda reazionaria che ha invaso praticamente ogni stato generando paura e preoccupazione.
F – Francesco: osteggiato sempre più dentro che fuori dalle mura vaticane, il papa venuto dalla fine del mondo continua la sua missione di pace con i piedi per terra. Anche il 2017 è stato per lui un anno intenso, nel quale ha compiuto importanti viaggi in giro per il mondo (significativi quelli in Colombia e in Bangladesh e Myanmar, dove ha levato un accorato appello in difesa della minoranza dei Rohingya, creando non poco imbarazzo nel protocollo istituzionale) e ha ricevuto eminenti personalità tra cui il capo della Casa Bianca Donald Trump. La sua omelia della Notte di Natale in cui ha paragonato la Sacra Famiglia di Nazareth ai migranti ha generato i soliti mal di pancia nei denigratori di professione come Antonio Socci. Poco male. Che continui la sua missione evangelica ancora per molto tempo.
Femminicidio: secondo l’Istat, sono state 6 milioni e 788mila le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno riferito di aver subito violenza fisica o sessuale. Nel 41 per cento dei casi gli autori del crimine sono compagni o ex partner. Una donna su dieci ha dichiarato di aver subito violenza in qualche forma prima dei 16 anni e più di una donna su tre ha riportato ferite, lividi, contusioni o altre lesioni. Di queste, circa il 20 per cento è stata ricoverata in ospedale a seguito delle ferite, il 5 ha riportato danni permanenti. Dati che si commentano da soli, per un fenomeno che ancora in molti sottovalutano. Non è un derivato dell’amore, l’amore non c’entra nulla.
G – Guerra: se nel 2016 è stata perlopiù sinonimo di terrorismo, nel 2017, senza dimenticare i conflitti ritenuti di secondo piano in Asia e Africa, ha conosciuto una nuova declinazione, a causa dei rapporti sempre più tesi tra Usa e Corea del Nord. Equilibri sempre più incerti per una crisi che ha le fattezze di una partita a scacchi tra Trump e Putin.
Gioco d’azzardo: negli ultimi dodici mesi gli italiani hanno speso 1,383 EUR a testa per il gioco d’azzardo. Una cifra pazzesca, considerando che spesso la tendenza si accomuna ad un’altra atavica piaga sociale come la disoccupazione, e che i proventi di quest’attività vanno allo stato. Circonvenzione di incapace e furto legalizzato, praticamente…:(
H – Helpage.org: il rapporto annuale dell’osservatorio ha indicato in Svizzera, Norvegia e Svezia le nazioni in cui gli anziani vivono meglio. L’Italia, si è classificata al 37mo posto. Un piazzamento a dir poco disonorevole, per quello che l’Istat conferma essere uno dei paesi più vecchi al mondo (il rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e quella con meno di 15 anni è pari a 157,7 su cento, inferiore, in Europa, solo a quello della Germania, 158,6).
I – Italia: 60.665.551 persone (51,4% donne, 48,6% uomini), di cui poco più di 29 milioni coniugati, 5 milioni di stranieri residenti (8,3% dell’intera popolazione), di cui 23% provenienti dalla Romania (9,3% Albania e 8,7% Marocco). E’ questa la fotografia di un paese suddiviso in 7999 comuni (un numero per la prima volta in 50 anni inferiore agli ottomila per effetto delle fusioni favorite dalla spending review), con una popolazione che ha un’aspettativa di vita media di 84,7 anni (leggermente in calo, uomini 80, donne 85) e un debito pubblico di circa 2.191.111 milioni di euro che resta pari a circa il 132 per cento del prodotto interno lordo, e che equivale a circa 35 mila euro per ogni abitante. Un paese che continua a girare a velocità diverse, consolidando l’abisso tra Nord e Sud (solo per fare un esempio, costa di più viaggiare in aereo da Lamezia Terme a Milano che non da Milano a New York!), e che si muove senza apparente logica nella piena inconsapevolezza della propria storia e del proprio patrimonio artistico e culturale.
Ius Soli: la favola bella del paese accogliente è rimandata a data da destinarsi. Colpa di un Parlamento già in piena campagna elettorale. Chissà se il 2018 porterà in dono anche questa legge. Per ora, per molti, l’Italia resta matrigna e non ancora madre.
L – Lavoro: Secondo gli ultimi dati Istat, gli occupati in Italia sono 22 milioni 770 mila, in crescita di 186mila unità rispetto allo scorso anno (+0,8%). Il tasso di occupazione si attesta al 56,3% (+0,6%), mentre quello di disoccupazione è all’11,9% rispetto al 12,7% dell’anno scorso. In realtà sembra essere una finta crescita, a causa della diffusione di nuove forme di occupazione (vedi voucher) che fa calare le forme di occupazione a termo indeterminato. In aumento i licenziamenti (+4%) con un incremento del 28% di quelli per motivi disciplinari. Dati che fanno riflettere e che sembra spengano sul nascere le flebili speranze in una ripresa.
M – Migranti: 350mila, quelli sbarcati in Europa quest’anno, secondo i dati Unhcr. E circa 190mila quelli accolti in Italia, provenienti da Nigeria, Eritrea, Gambia, Sudan e Costa d’Avorio, e più del 2015 (quando erano stati circa 149mila). E, tra loro, un dato ancora più significativo: 25mila minori (12mila nel 2015). Per ognuno, un futuro tutto da scrivere.
MeeToo: hashtag tra i più utilizzati dell’anno, è stato lanciato a ottobre dall’attrice Alyssa Milano su Twitter, come invito alle donne a non tacere sugli abusi subiti, dopo lo scandalo scoppiato per le accuse a Harvey Wenstein, il produttore cinematografico boss della Miramax chiamato in causa da numerose attrici tra cui l’italiana Asia Argento. In poche ore l’hashtag è stato condiviso da quasi mezzo milione di utenti, e l’effetto a catena ha avuto ripercussioni anche in altri ambiti e in altri paesi (come l’Italia, coinvolgendo il regista Fausto Brizzi, epurato dalla comunicazione relativa a Poveri ma ricchissimi, film da lui diretto in uscita a dicembre). Time ha dedicato idealmente all’hashtag la copertina dell’edizione tradizionalmente riservata alla “persona dell’anno” del 2017 ritraendo la cantante Taylor Swift, l’attrice Ashley Judd (tra le prime ad aver denunciato Wenstein), l’ex ingegnera di Uber Susan Fowler, la lobbista Adama Iwu, la bracciante agricola Isabel Pascual (un’immigrata messicana il cui nome è stato cambiato per proteggerne l’identità) e un’anonima infermiera del Texas che ha scelto di comparire solo con il proprio gomito destro.
P – Politica: il 2017 si è chiuso con la fine della XVII legislatura, e con il battesimo di una nuova legge elettorale, la Rosatellum, che debutterà nel corso delle prossime elezioni del 4 marzo. Si è facili profeti nell’ipotizzare una consultazione elettorale in cui, come nel 2013, finirà per vincere ancora una volta la confusione e la disaffezione dei cittadini per candidature calate dall’alto e per un sistema di governo che renderà il paese ingovernabile. Intanto proseguono i cambi di casacca, i carri si popolano e si spopolano a seconda dell’ultimo sondaggio, i vitalizi continuano a godere di ottima salute, cresce il malcontento e tutto procede come sempre, gattopardianamente.
R – Rohingya: minoranza musulmana che in Myanmar (Birmania) subisce persecuzione di Stato. Da agosto circa 650.000 persone di etnia rohingya sono state costrette a cercare rifugio in Bangladesh per sfuggire dalle violenze da parte del governo e dell’esercito birmano, che l’ONU paragonabili a una campagna di pulizia etnica. Nel corso della sua ultima visita in Bangladesh, Papa Francesco ha rivolto un appello al governo affinché questa persecuzione finalmente cessi.
Regeni, Giulio: A quasi due anni (26 gennaio 2016) dalla scomparsa del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto, la vicenda continua a restare oscura, nonostante le forti reazioni da parte dell’opinione pubblica internazionale. Lo scorso 14 settembre l’Italia ha scelto di far rientrare il proprio ambasciatore al Cairo, mentre l’avvocato della famiglia attende ancora di ricevere copia del fascicolo aperto sulla vicenda dal governo egiziano. Intanto, Egitto e Italia continuano a intrattenere floridi rapporti commerciali.
S – Socialista: se chiedete a 100 ragazzi di vent’anni cosa sia un ‘socialista’, è molto probabile che la risposta della stragrande maggioranza sia ‘uno che usa i social’. Giacomo Matteotti si rivolterà nella tomba.
Svezia: la nazione più odiata dall’italico pallonaro, che nel 2018 non passerà gran parte delle sue giornate di giugno e luglio a disquisire di moduli, formazioni, gol e rigori davanti a una grigliata o un bicchiere di vino. Dopo 60 anni, la Nazionale Italiana di calcio non andrà ai mondiali in Russia. Colpa di una squadra mediocre, di un allenatore mediocre, di una federazione pessima.
T – Trump, Donald: Lo scorso anno, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali che lo avevano visto vincente, ci chiedevamo cosa avrebbe fatto, alla guida di un paese dalle mille contraddizioni, dove si può ancora morire per colpa di un’arma acquistata al supermercato o perché non si hanno i soldi per curarsi. Gli ultimi dodici mesi hanno mostrato un presidente estremamente pericoloso, purtroppo non solo sull’utilizzo del vocabolario inglese su Twitter, che conferma di essere una mina vagante mettendo quotidianamente in pericolo la già precaria stabilità mondiale, e non solo per la crisi asiatica con la Corea del Nord di Kim. L’ultima perla in ordine di tempo? La decisione, presa senza apparente riflessione nè consultazione degli alleati europei, di spostare a Gerusalemme l’ambasciata Usa, scatenando le prevedibili reazioni dei palestinesi e del mondo arabo. Il 2018 di Trump sarà imprevedibile, anche perché resta in piedi la campagna di impeachment promossa anche da parte dei repubblicani.
V – Vasco: nell’anno di Modena Park, il concerto evento con cui Vasco Rossi ha festeggiato 40 anni di carriera, ci è piaciuto moltissimo il ritorno discografico di Vasco Brondi, quello delle Luci della Cebtrske Elettrica, che è tornato a dipingere questi anni dieci con un nuovo capitolo della propria discografia. “Terra”, uscito all’inizio di marzo, è un disco di speranze e di sogni, che racconta le storie di chi prova a rialzarsi dopo essere caduto. Un lavoro che sa di resurrezione, di crescita, e di forte legame con la natura e le cose.
Villaggio, Paolo: è tra quelli che abbiamo salutato nel 2017, con una lacrima è un sorriso. Attore straordinario, con Fantozzi ha creato, purtroppo inflazionandolo, un personaggio che come pochi negli ultimi quarant’anni è stato archetipo di una comicità intelligente, una maschera sociale che ha descritto meglio di qualunque saggio di sociologia le miserie dell’italiano medio, una sorta di Oblomov dei nostri tempi, impiegato inetto e succube di una società fatta per i furbi e gli arrivisti. Qui il nostro ricordo.
W – WWF: per la celebre organizzazione mondiale che da decenni lotta perf la conservazione della natura, il 2017 è stato un ‘annus horribilis’, a causa delle catastrofi ambientali: uragani di una potenza mai registrata prima (ben 16), troppa anidride carbonica nell’aria, temperature alte e incendi che hanno devastato sia aree mediterranee (come dimenticare quelli divampati in Italia, causati anche dalla follia dei piromani?) sia realtà geografiche ben differenti come la Siberia e la Groenlandia. Cosa ci aspetterà nel 2018?
Z – Zuckerberg, Mark: a maggioil fondatore di Facebook è tornato ad Harvard, università alla quale era iscritto senza essersi mai laureato, per tenere l’importante discorso ai laureandi e ricevere la laurea ad honorem.
Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…