Non solo una biografia della prima pittrice italiana, piuttosto una storia di emancipazione e sofferenza quella scritta da Elizabeth Fremantle.
Un romanzo, seppure biografico, della vita della pittrice italiana più famosa anche a livello internazionale. La cui esistenza, mentre Artemisia la stava vivendo, era già di per sé un romanzo. Artemisia – anche senza il cognome Gentileschi – è sufficiente per evocare dal punto di vista artistico la prima pittrice donna, e italiana, che è emersa in un mondo maschile nel quale era già vietato a monte solo muoversi. Il nome di Artemisia evoca le sue due opere più famose e significative, entrambe peraltro realizzate nella giovinezza, quali Susanna e i vecchioni e Giuditta che decapita Oloferne. Evoca anche il padre Orazio, suo maestro e antagonista, che prima di veder emergere la figlia firmava le sue opere o celava i suoi notevoli contributi alle proprie.
In questo romanzo, Artemisia è colta a vivere tutto ciò nella sofferenza – fatta anche di rabbia e frustrazione – della sua vita relegata alla casa paterna, circondata dai fratelli minori ma privata della figura materna quando era ancora una bambina. Orazio è colto come vedovo incattivito e invidioso della figlia, della quale coltiva i talenti volendo però al contempo soffocarli. È la Roma di inizio Seicento quella che vede crescere Artemisia: bambina attiva nella bottega del padre a suo modo già affermato pittore. Caravaggio ne è un ospite frequente e il nome Artemisia, da sempre, ha evocato il suo genio associato al proprio stile derivato anche dalla sua frequentazione. L’autrice non ripercorre tutta la biografia e la carriera artistica di Artemisia, ma si sofferma sullo stupro subito dalla pittrice a soli diciassette anni. Per terminare con la conclusione del processo a carico di Agostino Tassi altro pittore che, nelle intenzioni del padre suo amico, sarebbe dovuto esserne prima il maestro di prospettiva e poi il marito.
La disobbedienza di Artemisia è evidenziata in tutto il romanzo cogliendone lo spirito anticonformista, che la porta a porre la passione per la sua arte sopra a ogni cosa. Sopra a matrimoni combinati, sopra all’accettazione del matrimonio riparatore. Al posto del quale preferirà addirittura il processo che la vedrà – consapevole con largo anticipo senza sottrarsene – sottoposta alla tortura delle corde alle dita. Indispensabili per dipingere; ma indispensabile sarà poi ripristinare il suo onore. Eppure dopo la condanna di Tassi, la libertà prende forma nella vita di Artemisia pur terminando qui la narrazione. Non a caso la vicenda della violenza subita è il fulcro del romanzo perché, come si scoprirà nelle note finali, nel passato la stessa autrice ha vissuto il medesimo dramma.
La storia dell’arte ci dice che Artemisia diventerà la prima donna ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze. Che proprio qui, da donna seppur sposata, riuscirà a emanciparsi, ad affermarsi e ad arrivare perfino alla corte inglese. La vita di Artemisia ha continuato a ispirare anche nei decenni più recenti la letteratura e anche la cinematografia. Del 1997 è il film francese Artemisia. Passione estrema di Agnès Merlet con protagonista Valentina Cervi. Del 2001 è uno dei romanzi più recenti sulla pittrice, La passione di Artemisia di Susan Vreeland, che abbraccia un arco temporale maggiore.
La disobbediente, pur non rimarcando la passionalità di Artemisia in modo letterale, lo fa in modo sostanziale in ogni riga. Anche laddove rende vivi in immagini evocate i colori e vive le espressioni dei suoi quadri.
L’effetto emotivo è raggiunto maggiormente in chi non ha ancora letto i romanzi precedenti su Artemisia, oppure in chi ancora non ne conosce la vita. Ma l’intensità del personaggio, tanto più realmente esistito e ancora oggi in qualche modo vivente, è la stessa.
Elizabeth Fremantle, La disobbediente, 368 pagine, FullDay Srl, 2024.
Ha scelto di approfondire le materie che ama da sempre conseguendo una laurea in Lettere Moderne. Che in terra brianzola è di per sé una sfida. Ma specializzandosi in Storia del Teatro Inglese e Cinema è quasi incoscienza. Tuttavia, unendo lavoro pratico a collaborazioni artistiche, da anni si occupa di recensioni culturali e anche di editoria.