Fino al 10 luglio Palazzo Reale ospita un’ampia mostra del genio creativo futurista di origini calabresi

NoteVerticali.it_Umberto_Boccioni_mostra_Milano_2016_1Già in passato sede di mostre dedicate al Futurismo, questa volta nel Palazzo Reale milanese è stato possibile allestirne una anche più composita, dedicata all’arte di Umberto Boccioni. Ciò è indubbiamente dovuto al recente ritrovamento, negli archivi della Biblioteca Civica di Verona, di molti documenti fino a oggi rimasti inediti. Tra questi, spicca la “Rassegna stampa futurista”, che però non è la sola documentazione a rendere questa mostra interessante.

Ciò che arricchisce le opere principali di Boccioni, ossia i dipinti e le sculture, sono anche documenti autografi come cartoline acquistate – e datate – nelle varie città europee in cui ha soggiornato, studiato e lavorato nel corso della sua breve vita.

Il percorso è preciso e cronologico: la prima opera esposta è un autoritratto – diversi ce ne saranno nella mostra intera – e le successive opere percorrono i primi del Novecento fino a quasi gli anni Venti.

In questo percorso, suddiviso per sale in base a tematiche definite, le opere di Boccioni sono accompagnate anche da quelle di altri artisti sia contemporanei  sia vissuti in secoli precedenti. Tra le tante, da citare per esempio le xilografie di Albrecht Dürer e Pablo Picasso con alcuni disegni provenienti dal suo atelier ma, soprattutto, la sua scultura in bronzo Testa di Fernande.

NoteVerticali.it_Umberto_Boccioni_mostra_Milano_2016_2Tutto ciò in accostamenti non casuali, ma che fanno risaltare gli stessi intenti di studio e di approfondimenti quali denominatori comuni delle medesime ricerche artistiche e tematiche.

Quello che può apparire come una sorta di filo conduttore è la presenza della madre di Boccioni in ritratti, in disegni preparatori agli stessi e anche in fotografie che la ritraggono nello studio del figlio, testimone delle sue opere più famose immortalate durante la realizzazione.

Boccioni è accompagnato anche dalle creazioni degli amici futuristi, uno per tutti il suo maestro Giacomo Balla, così come sono esposte alcune delle sue opere più famose nate dall’adesione a questo movimento: il dipinto Materia e la scultura in bronzo Forme uniche della continuità nello spazio.

Ed è in queste sale che la “Rassegna stampa futurista” viene fatta conoscere per la prima volta al pubblico, attestando l’interesse della stampa anche estera nei confronti del movimento italiano e dei suoi esponenti.

Senza tralasciare i periodi precedenti, altrettanto importanti per Boccioni non solo per la sua formazione, specie il divisionismo simbolista rappresentato dalle opere esposte di Giovanni Segantini, con l’Angelo della vita, e di Gaetano Previati con Maternità. Mentre al simbolismo viene dedicata un’apposita sala che ospita anche Il sogno-Paolo e Francesca di Boccioni stesso.

Nel suo complesso, la mostra si presenta come un’esposizione di opere e di studi che le hanno generate, oltre che di documenti d’epoca che meglio spiegano i periodi della loro collocazione e in certo qual modo anche l’uomo Boccioni. Questo, per esempio, nelle fotografie che lo ritraggono al lavoro, nel suo studio, a cavallo. E proprio in una caduta da cavallo è morto prematuramente.

Di lui resta però anche il cosiddetto Atlante della Memoria, recentemente ritrovato insieme alla rassegna stampa, formato da immagini raccolte da Boccioni. E restano tre diari di appunti e schizzi risalenti agli inizi della sua carriera.

Gli spazi espositivi, suddivisi in sale, conferiscono una sorta di scenografia congeniale a tutta la mostra, che non si avvale di pareti classiche ma costruite in legno anche in modo geometrico e dipinte con tonalità diverse. Soprattutto, dotate di opportune aperture geometriche come fossero finestre – anche tridimensionali – sulle sale adiacenti.

 

 

Di Tiziana Cappellini

Ha scelto di approfondire le materie che ama da sempre conseguendo una laurea in Lettere Moderne. Che in terra brianzola è di per sé una sfida. Ma specializzandosi in Storia del Teatro Inglese e Cinema è quasi incoscienza. Tuttavia, unendo lavoro pratico a collaborazioni artistiche, da anni si occupa di recensioni culturali e anche di editoria.