NoteVerticali-it_AFreeMama_1Presentato, presso il Combo Social Club di Firenze, il nuovo EP degli A Free Mama, una delle realtà italiane più interessanti e innovative del panorama underground. Intitolata Marginality, questa nuova lavorazione del gruppo fiorentino, composto da Emanuele Bonechi (batteria), Luca Giachi (basso), Lorenzo Ruggeri (chitarra), Alessandro Gerini (voce solista), Leandro Giordani (sassofono contralto) e Francesco Panusa (sassofono tenore), rappresenta un viatico verso un rinnovamento artistico destinato a consolidare un bagaglio di peculiarità assolutamente all’altezza della situazione. Un passo in avanti necessario per dare continuità e forza ad un’unione d’intenti musicale nata quattro anni fa, e che da allora non si è più fermata grazie ad una innata propensione alla sperimentazione melodica che non conosce eguali.

La commistione di sonorità funk e rock è il tratto distintivo di questo sestetto formatosi mediante una serie di ispirazioni di tutto rispetto, fra cui F.F.F., Dave Matthews Band e i The Police. La consapevolezza di avere delle enormi capacità, poi, ha fatto il resto, portandoli ad esibirsi in giro per l’Italia e a dividere il palco con artisti del calibro di Billy Idol, Papa Roach, Nobraino, Lord Bishop, Vallanzaska e Passogigante. Gran merito di questa consacrazione va attribuito al primo disco degli A Free Mama, un album omonimo (pubblicato nel 2012) in cui si esalta il funk e il rock di qualità andando a toccare anche delle virtuose punte melodiche fedeli all’acid jazz.

NoteVerticali-it_AFreeMama_2Forti di una caratura ormai definita, ottenuta principalmente con la vincita di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, gli A Free Mama decidono quindi di ributtarsi nella mischia con un EP fresco e accattivante, la cui tracklist coinvolge senza mai avere eccessive cadute di tono. Marginality, uscito in pre-order il 10 ottobre su piattaforme digitali come iTunes, Amzon, Spotify e Bandcamp (e rilasciato ufficialmente cinque giorni dopo), è un’incursione ben strutturata nei meandri della musicalità più varia ed eterogenea, principale fonte per innescare una certa confidenza con la propria materia di base assecondando, magari, i diversi stati d’animo dei componenti del gruppo. Now I’m done è la prova lampante di quanto detto sino ad ora, ma non vanno trascurati Stopwatch e Pink Buildings, pregevoli sintesi di come la libertà creativa sia, sempre e comunque, al potere. In conclusione, si può definire Marginality come un lavoro ben riuscito, pronto a scalzare gli ingiustificati scetticismi che ruotano attorno allo scenario dell’underground italiano.