Max Gazzé non smette di lavorare e produrre. Il cantautore romano continua a fare musica e avvalendosi anche della mano prolifera del fratello Francesco (che cura i testi), ha dato alle stampe il suo undicesimo album. Dopo “Sotto casa” uscito nel 2013, Gazzè torna con un lavoro da solista, in seguito alla proficua e interessante avventura intrapresa con Niccolò Fabi e Daniele Silvestri con i quali ha collaborato per la produzione dell’album “Il padrone della festa”.

Maximilian è il nome di questo nuovo lavoro, ma a quanto pare non è solo questo. Il disco proposto sembra essere infatti un perfetto sequel di ciò che ci ha presentato due anni fa. Una continuazione coerente, ma non scontata di un percorso che Gazzè non ha mai negato di voler intraprendere. Più volte ha espresso la volontà di produrre e musicare un disco che permettesse di esprimersi sotto un altro aspetto, vestendo i panni del suo alter ego. Con quest’ultimo album, pare che il cantautore abbio iniziato a familiarizzare con questo concetto per renderlo pian piano sempre più reale. L’alter ego, l’altro da sé, diventa così motivo di confronto con quella parte di noi che non sempre riusciamo a riconoscere.

L’interfaccia della copertina mostra un Gazzè in abiti vittoriani, dall’aspetto impettito. L’album è stato introdotto dall’uscita del singolo “La vita com’è”, una canzone che ricalca in toto lo stile del cantante, trascinante e dal ritmo sostenuto con un testo ricercato. Questo brano però non segue il ritmo dell’intero lavoro, dove invece troviamo un mix tra elettronica, funky fino ad arrivare al valzer e ai violini e chitarre acustiche. Un vero e proprio concept non viene sviluppato, ma da Gazzè potremmo anche aspettarcelo. Quando si ha tanto da dare e offrire, è difficile constestualizzare senza evitare le forzature di creare obbligatoriamente una storia.

NoteVerticali.it_Max-Gazze-1Maximilian” si sviluppa in una tracklist composta da 10 brani per la durata totale di circa 35 minuti. Breve, ma intenso. Nella sua brevità infatti è possibile trovare dei momenti differenti da vivere acusticamente. Con “Mille volte ancora, Gazzè usa l’elettronica per raccontare il rapporto in costante evoluzione tra padre e figlio, un rapporto che è caratterizzato dalla sostanziale differenza tra due generazioni. Il testo è del solito Gazzè, “tradizionale” e riconoscibillissimo:

“Ti aspetterò, ti scriverò, ti perderò
ancora mille volte ancora,
ti scorderò, ti rivedrò, ti abbraccerò,
di nuovo per ricominciare…”

Questo avviene anche per altri brani, come “Un uomo diverso, che unisce elettronica e voci corali. Gazzè però si abbandona anche a brani intimi e introspettivi, come avviene con Sul fiume, che delicata ci accompagna come una poesia di altri tempi e In breve che con una chitarra acustica che si sposa piacevolmente con il violino che la accompagna. Si arriva a momenti quasi “aulici” quando in “Verso un Altro Immenso Cielo, il valzer e l’orchestra chiudono solennemente questo racconto eterogeneo. In un album di Gazzè però non possono mancare le collaborazioni, quindi se i testi come di consueto sono stati scritti e curati dal fratello, in “Disordine d’aprile, il cantante divide la scena  con Tommaso di Giulio, cantante romano classe 1986, che ha già collaborato con Gazzè aprendo i suoi concerti in diverse occasioni.

Forse quello che manca quindi in questa raccolta è il filo conduttore preciso e puntuale, ma se questo elemento potrebbe essere definito un deficit narrativo, all’orecchio invece l’ascolto è piacevolmente ricco di sorprese melodiche che fanno scorrere questa mezz’ora abbondante, con serena curiosità. È noto che i brani di Gazzè non siano sempre semanticamente comprensibili alla prima lettura, ma questo è un aspetto che coinvolge la sua musica fin dall’esordio e quindi non stupisce ma piuttosto ci incuriosisce. Forse il primo ascolto non è quello da hit acchiappaascolti del secolo, ma a volte è proprio il piacere della scoperta lenta e studiata a permettere  certi lavori di non essere scontati come tanti altri in circolazione. L’alter ego di Gazzè inzia quindi a fare il suo lavoro, insinuando in un cantante “eccentrico” e diverso da molti altri, una vena più commerciale e pop (popolare) che quasi stona con l’immagine che ormai da vent’anni abbiamo di lui. Ma è anche questo lo scopo di un alter ego, e forse con Maximilian, prodotto da Francesco Barbaro, Gazzè vuole farci capire che c’è ancora tanto che bolle nel suo pentolone. Intanto avremo modo di scoprirlo durante il suo tour promozionale che partirà da febbraio 2016 (prima tappa, Pescara).

NoteVerticali.it_Max-Gazze-2Max Gazzè, MAXIMILIAN, Sony/Universal, 2015.

 

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