Cresce l’attesa per ‘Il giovane favoloso‘, il film di Mario Martone che racconta la vita di Giacomo Leopardi. A impersonare il genio letterario di Recanati è stato chiamato Elio Germano, uno dei volti più talentuosi del nostro cinema, mentre il titolo della pellicola è ispirato a un verso di Anna Maria Ortese. Il film si avvale della sceneggiatura dello stesso Martone con Ippolita Di Mayo, realizzata attingendo proprio agli scritti di Leopardi (dalle poesie alle Operette morali, allo Zibaldone) e al suo ricchissimo epistolario. La pellicola rappresenta la vita dello scrittore e poeta marchigiano nato nel 1798, i suoi rapporti con la famiglia e la società dell’epoca, esplorando gli scenari le situazioni che lo portarono dalla residenza di Recanati a Napoli. Massimo Popolizio è Monaldo, il padre che una certa iconografia ha sempre dipinto come una figura severissima e fortemente repressiva nei confronti del figlio, mentre Edoardo Natoli e Isabella Ragonese interpretano i fratelli Carlo e Paolina. Antonio Ranieri, l’amico più caro di Giacomo, è impersonato invece da Michele Riondino, mentre Valerio Binasco è Pietro Giordani, e Anna Mouglalis dà corpo e voce Fanny Targioni Tozzetti.

NoteVerticali.it_Elio Germano_Il giovane favoloso_Giacomo LeopardiIl film di Martone rappresenta un’occasione importante per approfondire, attraverso un’esistenza che fu tutt’uno con le opere letterarie, una figura così complessa e ricca come quella di Leopardi, che i programmi scolastici e una certa letteratura manichea hanno rinchiuso in una retorica di stereotipi troppo sterili (la malformazione fisica, il pessimismo) che non hanno certo aiutato a comprendere la statura di un genio tra i più grandi che la letteratura abbia mai partorito. Intellettuale a tutto tondo, Leopardi fu un uomo di pensiero libero da condizionamenti e mode, capace di andare controcorrente e di lasciarci un messaggio ancora oggi scevro da ogni tipo di vincolo. Martone intende offrirci anche una visione diversa sul carattere del “giovane favoloso”: Germano infatti interpreta sì un uomo che, incarnando appieno la sua genialità letteraria tutt’altro che consolatoria, viveva di passioni tormentate (su tutte, quella per Fanny Targioni Tozzetti) ma che, strano a dirsi, era anche ironico, capace anche di sorridere sulla vita e sulle sue variabili bizzarre dai risvolti imprevedibili.
Interessante e da apprezzare lo sforzo del regista napoletano di far luce su un personaggio dalla intensità e dalla forza così travolgenti: un’operazione che si può legare a quella fatta con ‘Noi credevamo‘ del 2010, il film storico ispirato all’Unità d’Italia ispirato al libro di Anna Banti, con Luigi Lo Cascio, Anna Bonaiuto, Toni Servillo e Luca Zingaretti.

Il film, prodotto da Carlo Degli Esposti, è una produzione Palomar e Fondazione Marche insieme a un pool di imprenditori marchigiani, con la collaborazione di Rai Cinema. Le riprese, già terminate lo scorso 16 dicembre, sono durate dodici settimane. Renato Berta firma la fotografia, Giancarlo Muselli la scenografia, Ursula Patzak i costumi.

Così ho pensato di andare verso la grotta,
in fondo alla quale, in un paese di luce,
dorme, da cento anni, il giovane favoloso.
(Anna Maria Ortese, pellegrinaggio alla tomba di Leopardi contenuto nella raccolta “Da Moby Dick all’Orsa Bianca-Scritti sulla letteratura e sull’arte“, Adelphi 2001)