Abbiamo seguito la diretta tv che ha decretato i nomi degli otto artisti che parteciperanno al Festival di febbraio
La serata del 27 novembre ha visto proclamare da Carlo Conti, accompagnato da una commissione artistica, gli otto giovani artisti che faranno parte della 66esima edizione del Festival della canzone italiana. Un diretta televisiva, che come da tradizione si è protratta per tre ore e che ha visto susseguirsi sul palco, le esibizioni dei dodici cantanti in lotta per i sei posti disponibili, gli ospiti nazionali, quello internazionale e le incursioni comiche di Piero Chiambretti dalla giuria (con il suo “Manuale del Buon giudice”) e Leonardo Pieraccioni dal dietro le quinte.

Per quanto il format adottato si sia voluto avvicinare a quello ormai brevettato con successo dai talent, con le clip di presentazione, la commissione giudicatrice posta di fronte al palco e le performance dei cantanti coreografate da immagini che caratterizzavano il brano, questo esperimento non sembra essere riuscito ad allontanare il direttore artistico dalla tradizione sanremese. Un susseguirsi costante di brano e spot pubblicitario, che protrae lo spettacolo e distrae dall’ascolto e gli utenti interattivi sui social iniziano a lamentare la lunghezza e la poca importanza data alle canzoni. Una commissione composta da giovani (Federico Russo, Carolina Di Domenico, Andrea Delogu) e meno giovani (Giovanni Allevi, Rosita Celentano, lo stesso Chiambretti), costruita con l’intento forse di dare spazio ad un bilanciamento critico di tipo generazionale, ma che ha agito spesso, nell’esprimere il proprio parere da “esperto”, più attraverso mosse strategiche che pensando al futuro discografico dell’aspirante concorrente.
La serata si svolge con il susseguirsi dell’esibizione di quattro gruppi da tre concorrenti l’uno. Al termine delle tre performance il trittico si ridurrà ad una coppia di concorrenti, per cui come la matematica ci insegna, alla fine del quarto gruppo a rimanere in gara saranno solo otto artisti, dalla quale una classifica combinata dalle singole classifiche dei membri della commissione, farà uscire i nomi dei sei finalisti, alla quale si aggiungeranno due cantanti da Area Sanremo.

Ad aprire la serata, Chiara Dello Iacovo con la sua spensierata Introverso. Una performance leggera, ironica e fresca come la grafica che l’accompagna. Una personalità che risulta esattamente aderente al brano presentato. Vent’anni, look androgino e molletta porta fortuna, tutti elementi che non dispiacciono. Del primo gruppo fanno parte anche Cecile con N.E.G.R.A, un testo dal tema forte e autobiografico. Un’interpretazione grintosa a scapito di un testo forse un po’ troppo ripetitivo, ma che viene comunque acclamato dal pubblico in studio. E, a chiudere il primo trittico, i fratelli Piero e Valeria Romitelli, con Mai abbastanza, un brano scritto, arrangiato e prodotto dallo stesso Piero, dedicato alla madre, ma che non viene apprezzato dalla commissione, che li elimina.
Il secondo gruppo presenta l’italo-autraliano Michael Leonardi con Rinascerai. Voce “classica”, molto potente, brano altamente sanremese, una tradizione a cui la commissione non riesce a rinunciare. Molto apprezzato anche dal pubblico in studio, forse anche per quell’italiano biascicato che tanto intenerisce, “effetto Mika” per intenderci. Ad esibirsi è poi Una e la sua Amare Stanca. Una, alias Marzia Stano, è un personaggio prorompente, folle, che con il suo stile hipster non convince e viene eliminata, prendendo quindi il volo via dallo studio insieme alla rondinella che portava al dito. Ultimo del gruppo Francesco Gabbani con Amen, un artista maturo, ripreso da Conti durante la sua videochiamata di annuncio, nel suo studio di registrazione. Canzone con incursioni elettroniche fa alzare in piedi a ballare i “giovani” della commissione.

A metà della serata, quando il gioco si fa duro, come di consueto a Sanremo, si piazza un ospite. Ad esibirsi troviamo il sempreverde Biagio Antonacci, che canta Ci Stai, il nuovo singolo facente parte del cofanetto deluxe, che raccoglie tre cd che raccolgono i suoi successi riarrangiati e quattro brani inediti, dal titolo inconfondibile Biagio. Da questo momento lo show prende una piega lenta e arranca a tenere alta l’attenzione del pubblico a casa, che inizia a guardare le lancette dell’orologio del soggiorno che sembrano essersi fermate.
Del penultimo gruppo fanno parte Erman Meta, un ragazzo di origini albanesi, già rinomato autore di testi per grandi artisti italiani, da Francesco Renga a Marco Mengoni a Emma Marrone per arrivare perfino a Patti Pravo. Lo stile cantautoriale è evidente, ma il brano sembra essere di quelli che si apprezzano maggiormente al terzo, quarto ascolto. Erman Meta “odia le favole” (il brano si intitola proprio “Odio le favole“), ma la giuria ha a cuore la sua, che continua. È la volta di una giovanissima, che fa abbassare prepotentemente la media dell’età dei concorrenti in gara, con i suoi diciassette anni: Beatrice Visconti che presenta Paulette. Giovane che però, una volta sul palco, appare fin troppo “costruita”, look pesante, voce difficile, testo quasi incomprensibile, le sono fatali. La commissione decide che è troppo particolare/difficile/giovane per andare avanti. A convincere per il suo testo è invece il lombardo Irama, rapper (c’è n’è uno per ogni edizione di talent che si rispetti, della serie “se non ce l’hai non sei nessuno”) che canta Cosa resterà, un brano con un pianoforte che incanta il maestro Allevi, mentre unanime il pubblico di Twitter commenta i pendenti piumati che il ragazzo esibisce senza riserva.
Quarto e ultimo gruppo riservato, o quasi, alle due band in gara più Francesco Guasti. I Siberia con Gioia, ricordano i Baustelle, nessuna volontà di clonazione musicale, ma il riferimento nasce spontaneo. Tocca poi a Guasti (“Io e te“), concorrente reduce da “The voice of Italy”, è sicuro di sé sul palco, voce graffiante, testo tradizionale, look da barbuto che ora va tanto di “modà”. Chiudono i Rumor con Il grande salto, con un sound che non evoca nessun’altra band. Nella partita del Gioco dell’Oca che la commissione decide di iniziare, i tre concorrenti si trovano a calpestare tre caselle ciascuno. È Carlo Conti a dover prendere quest’ardua decisione e decide di eliminare i Rumors.
Viene quindi presentata l’esibizione di una giovane cantante internazionale, Jasmine Thompson, stella nata su Youtube, ai vertici delle classifiche europee che canta la radiofonica Adore. Dopo questa ventata di freschezza, vengono selezionati i due cantanti da Area Sanremo, la nissena Miele con Mentre ti parlo e l’italo-egiziano ex concorrente di X-Factor Mahmood con Dimentica.

La serata volge al termine quando vengono elencati i nomi dei sei giovani artisti che si uniranno a loro per comporre la rosa degli otto che calcherà il palco dell’Ariston il prossimo febbraio. Ad essere selezionati, Michael Leonardi, Erman Meta, Irama, Cecile, Francesco Gabbani, Chiara dello Iacovo.
Via le band (che pure nei talent show stanno avendo parecchio riscontro) e via Francesco Guasti che visibilmente in disaccordo e deluso dal risultato esce via quasi scalciando. Una serata lunga, che non è riuscita a calamitare l’attenzione sui protagonisti, alla quale viene tolta la scena da siparietti comici (come di consueto) in questo caso di Pieraccioni che presenta il suo nuovo cinepanettone in uscita il 7 dicembre nelle sale italiane dal titolo Il professor Cenerentolo, dagli ospiti Antonacci e Thompson, dagli spot pubblicitari invadenti e perfino dal TG1 60 secondi.
Il 13 dicembre, nel corso de L’Arena di Massimo Giletti, Carlo Conti presenterà i nomi ufficiali dei Big. Ai giovani che hanno guadagnato la finale di febbraio, non resta che dare il benvenuto alla 66esima edizione dei Sanremo Games: che la fortuna possa essere sempre a loro favore!
Palermitana di origini asiatiche. Amore per il cinema, le istantanee e le storie. Scrive per dar voce alle sue passioni e vivere la vita è la sua aspirazione più grande. “Carpe diem” il suo motto.