Trovo che Claude Lelouch sia uno degli ultimi registi in grado di parlare della vita delle persone.” (Johnny Hallyday)
Il regista e sceneggiatore parigino Claude Lelouch, vincitore, nel ’66, di due premi Oscar e della Palma d’oro al Festival di Cannes con il film Un Uomo, una donna e nel ’71 del David di Donatello per la direzione del film La Canaglia, torna sul grande schermo con Parliamo delle mie donne, pellicola che vede nei panni del protagonista il cantautore e attore francese Jean Philippe Smet alias Johnny Hallyday, ritenuto uno dei maggiori esponenti del rock blues in Francia.
Johnny ha la bella faccia di chi ha giocato alla roulette russa per tutta la vita. La storia del film era praticamente scritta sul suo viso” così ha dichiarato Lelouch.
Il film racconta la storia di Jaques Kaminsky, fotografo di guerra di fama internazionale, che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro, trascurando così la sua famiglia, le quattro figlie avute da quattro donne diverse. Incapace di legarsi ad una sola persona e incapace, soprattutto, di assumersi le responsabilità di genitore, ha sempre vissuto al limite, agito d’istinto e ha preferito rischiare la vita e affrontare “una guerra civile piuttosto che una guerra familiare”. Tuttavia Kaminsky si rende conto di essere arrivato ad un punto della sua vita in cui le cose si fanno e possono fare per l’ultima volta, sente quindi l’esigenza di ritrovarsi e riconciliarsi con le sue figlie, dedicare e trascorre con le sue donne, appunto, una parte seppur minima del tempo che ha negato loro in passato, per sistemare le cose e chiudere i conti. Trasferitosi in un paesino ai piedi del Monte Bianco, Praz –sur-Arly, in una meravigliosa baita di montagna con la nuova compagna Nathalie (Sandrine Bonnaire) cercherà quindi di mettersi in contatto con le quattro ragazze che, in un primo momento, mantengono le distanze e rifiutano l’invito. Sarà l’amico Frederic Selman (interpretato da Eddy Mitchell), spinto da un profondo e sincero affetto, a fare in modo che Kaminsky possa infine ricongiungersi con le figlie, a causa di un’oscura bugia che cambierà la vita di tutti in quel clima di apparente quieta serenità.

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Parliamo delle mie donne è un film fatto soprattutto d’immagini e paesaggi, di gesti, di sguardi e di sensazioni che accompagnano le parole e incorniciano il pensieri. Il passare del tempo, uno degli elementi principali per il regista, è ben evidenziato dallo sviluppo naturale della pellicola, dallo scorrere delle stagioni e sul piano metaforico, dai nomi stessi delle figlie del protagonista che si chiamano, appunto, Inverno, Primavera, Estate e Autunno. Come a voler sottolineare che “non bisogna perdere troppo tempo per essere sinceri e mettere da parte la propria rabbia” spiega Sandrine Bonnaire, per confrontarsi e riuscire a perdonare, per ritrovarsi e superare i conflitti.
Motivo di attenzione, inoltre, è la colonna sonora cui il regista ha rivolto una cura particolare. Si va dal pezzo di Georges Moustaki Les eaux de Mars, che per Lelouch rappresenta la versione musicale del film, in quanto racconta della natura e della rinascita, alle splendide Cheek to cheek e They can’t take that away from me cantate dalle voci calde e suadenti di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong: “Il mio cinema si avvicina moltissimo al jazz. Ci sono delle regole e tante libertà. C’è la melodia principale e c’è il lavoro del solista. Ed è la sinfonia del tempo che passa.” Ed ancora Le Quattro Stagioni di Vivaldi, eseguita da Francis Lai e Christin Gaubert.
Quando si fanno le cose per la prima o per l’ultima volta, siamo in grado di agire pienamente e sentirle davvero” (Claude Lelouch).

PARLIAMO DELLE MIE DONNE (un’esclusiva per l’Italia di Rai Cinema, 2017, Sentimentale) Regia di Claude Lelouch. Con Johnny Hallyday, Sandrine Bonnaire, Eddy Mitchell, Irène Jacob, Pauline Lefèvre, Sarah Kazemy, Jenna Thiam, Agnès Soral, Valérie Kaprisky, Isabelle de Hertogh, Rufus, Antoine Duléry. Distribuito da ALTRE STORIE. In sala dal 22 Giugno 2017

PARLIAMO DELLE MIE DONNE- TRAILER:

Di Mariele Scifo

Siciliana DOC, laureata in Comunicazione, non riesce a staccarsi da Roma nonostante tutte le contraddizioni e i problemi. Ama l'arte in tutte le forme espressive e adora leggere. E' alla ricerca di un po' di equilibrio