Si può raccontare una persona attraverso i ricordi e le proiezioni della sua fantasia? E’ quello che si chiede Paolo Vetri, laureato in letteratura inglese che per vivere fa il fabbro. Paolo vuole scrivere un libro su uno scrittore, che lui identifica come DDG, ma che in realtà si scopre essere Daniele Del Giudice, una figura che, dopo un periodo di attività professionale nella quale aveva riscosso successo di pubblico e critica, è stato messo fuori gioco da una gravissima malattia, l’Alzheimer, che lo tiene ancorato in un letto in una clinica veneziana. E’ questo il contesto in cui nasce e si sviluppa Un uomo sottile, romanzo di Pierpaolo Vettori edito da Neri Pozza. Un libro originale e discreto, che indaga sulle persone e su ciò che esse rappresentano in un presente troppo distratto in cui si bada all’apparenza, e dove vivere significa perlopiù comunicare indipendentemente dal tempo e dalla storia di ciascuno.

Particolare il parallelismo nella vicenda di Paolo, l’io narrante della storia, che accomuna DDG, lo scrittore “scomparso”, alla moglie del protagonista, Laura, che sta lottando con una brutta malattia al cervello. Due esperienze simili, che uniscono il privato e il pubblico del protagonista attraverso la matrice comune del dramma. Una sfida con il destino che Paolo prova a vincere attraverso la fantasia. Da un lato, quella che lo rimanda al passato delle proprie esperienze di vita condivise con Laura, ai loro primi incontri, all’esplosione del loro innamoramento, passando per le esperienze più intense e indimenticabili vissute insieme tra spensieratezza e felicità. E dall’altro, quella che gli fa incontrare i principali personaggi partoriti da DDG nel corso delle sue esperienze letterarie, probabilmente gli unici capaci di raccontargli il loro creatore con sincerità e schiettezza, senza inutili orpelli celebrativi né sterili pomposità.

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Un uomo sottile è un romanzo atipico, una piccola scia di luce in un universo rumoroso e disattento quale rischia di essere spesso il mondo della letteratura. Eppure ci sono ombre di inquietudine nella storia narrata. Una vicenda reale, come quella di Daniele Del Giudice, tra i massimi esponenti della letteratura italiana moderna, scoperto da Italo Calvino e artefice di un excursus letterario di raro vigore (Lo stadio di Wimbledon e Atlante occidentale i suoi due titoli forse più noti), ma sfortunato nel percorso umano, avendo dovuto fare i conti con l’Alzheimer e scomparso prematuramente il 2 settembre 2021 a soli 72 anni, che si sposa con una vicenda di fantasia, immaginata ma non per questo meno dolorosa e irrealistica, come quella dell’ammalarsi della moglie dell’io narrante. Una fusione di traumi ma anche di fantasie, un inno alla vita cantato a due voci nel quale si riversano ansie e inquietudini di ciò che si è e ciò che si sarebbe potuto essere, perfettamente incastrate in un rimando di suggestioni acuite dall’ambiguità di vita del personaggio Paolo, che si trova a fare i conti con la profondità di voli pindarici costruiti sulla letteratura e la triste realtà di un presente in cui il suo lavoro di fabbro scarseggia e il suo equilibrio di vita è messo in discussione da un’esistenza familiare che deve fare i conti con la precarietà della malattia.

Il libro ha ottenuto il Premio Neri Pozza alla sua V edizione.

Pierpaolo Vettori, UN UOMO SOTTILE, 174 pagine, Neri Pozza, 2021.

Di Luigi Caputo

Idealista e visionario, ama l'arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia...