“Lo chiamavano Jeeg Robot”, “Perfetti sconosciuti” e Matteo Garrone monopolizzano il palmarès

La cerimonia di consegna dei David di Donatello 2016 ha segnato una svolta nella storia del premio e forse anche del cinema italiano. Per la prima volta l’evento è stato trasmesso in diretta da Sky con uno show che ha cercato di ricalcare lo stile degli Oscar, ricco di luci, colori, contributi video e siparietti comici più o meno riusciti. Quello che più conta però è che per la prima volta dopo anni i David hanno avuto un’ampia copertura mediatica e sono tornati ad essere oggetto di discussione tra i tanti appassionati che hanno seguito la cerimonia da casa. E alla fine la qualità tra i premiati non è mancata di certo, anzi abbiamo assistito a un’edizione molto variegata, che ha saputo premiare i grandi autori, la commedia e il cinema di genere che nell’ultima stagione sembra essere miracolosamente risorto nel nostro Paese. A dimostrazione di ciò basti pensare al successo di critica e pubblico di molti titoli recenti, come “Lo chiamavano Jeeg Robot”, “Perfetti sconosciuti” e “Veloce come il vento”, il che non era per nulla scontato.

I protagonisti della serata sono stati due: Matteo Garrone con “Il racconto dei racconti” reduce dalla partecipazione a Cannes dell’anno scorso e il film evento di questo inizio di 2016, “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti. Entrambi sono tornati a casa con 7 statuette, tutte pesanti. Il film di Garrone ha vinto per la miglior regia e ha fatto incetta di premi tecnici: miglior fotografia, migliori scenografie, costumi, trucco, acconciature ed effetti visivi. Mainetti dal canto suo ha ottenuto il riconoscimento come miglior regista esordiente e miglior produttore, ma è tra gli attori che il film ha fatto il boom, raccogliendo tutti e quattro i premi per le migliori interpretazioni grazie a Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli e Antonia Truppo, oltre al David per il montaggio. Alla fine però tra i due litiganti il terzo gode: il miglior film dell’anno a sorpresa è “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, commedia nera ambientata in una stanza con un cast d’eccezione. Il film si è aggiudicato anche il premio per la miglior sceneggiatura. Sottotono Paolo Sorrentino, trionfatore ai premi del cinema europeo a dicembre, che si è dovuto accontentare dei due premi alle musiche di “Youth – la giovinezza”, e “Non essere cattivo”, l’opera postuma di Claudio Caligari candidata agli Oscar per l’Italia come miglior film straniero, che ha ricevuto una sola statuetta per il sonoro.
La cerimonia presentata da Alessandro Cattelan ha visto avvicendarsi sul palco grandi personalità del cinema italiano chiamate a premiare i vincitori, tra le quali Vittorio Storaro, Gabriele Salvatores, Michele Placido, Toni Servillo, fino ai pluripremiati Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. A fare da intermezzo gli sketch comici dei The Jackal.
Ecco l’elenco completo dei vincitori:
- Miglior Film: “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese
- Miglior Regista: Matteo Garrone, “Il racconto dei racconti”
- Miglior Regista Esordiente: Gabriele Mainetti, “Lo chiamavano Jeeg Robot”
- Miglior Sceneggiatura: Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini, Rolando Ravello, “Perfetti sconosciuti”
- Miglior Produttore: Gabriele Mainetti per GOON FILMS con RAI CINEMA, “Lo chiamavano Jeeg Robot”
- Miglior Attrice Protagonista: Ilenia Pastorelli, “Lo chiamavano Jeeg Robot”
- Miglior Attore Protagonista: Claudio Santamaria, “Lo chiamavano Jeeg Robot”
- Miglior Attrice Non Protagonista: Antonia Truppo, “Lo chiamavano Jeeg Robot”
- Miglior Attore Non Protagonista: Luca Marinelli, “Lo chiamavano Jeeg Robot”
- Miglior Autore della Fotografia: Peter Suschitzky, “Il racconto dei racconti”
- Miglior Musicista: David Lang, “Youth – La giovinezza”
- Miglior Canzone Originale: Simple Song #3 – musica e testi di David Lang, interpretazione di Sumi Jo, “Youth – La giovinezza”
- Miglior Scenografo: Dimitri Capuani, Alessia Anfuso, “Il racconto dei racconti”
- Miglior Costumista: Massimo Cantini Parrini, “Il racconto dei racconti”
- Miglior Truccatore: Gino Tamagnini, Valter Casotto, Luigi D’Andrea, Leonardo Cruciano, “Il racconto dei racconti”
- Miglior Acconciatore: Francesco Pegoretti, “Il racconto dei racconti”
- Miglior Montatore: Andrea Maguolo – con la collaborazione di Federico Conforti, “Lo chiamavano Jeeg Robot”
- Miglior Fonico di Presa Diretta: Angelo Bonanni, “Non essere cattivo”
- Migliori Effetti Digitali: Makinarium, “Il racconto dei racconti”
- David Giovani: La corrispondenza, di Giuseppe Tornatore
- Miglior Documentario: S is for Stanley, di Alex Infascelli
- Miglior Cortometraggio: Bellissima, di Alessandro Capitani
- Miglior Film dell’Unione Europea: Il figlio di Saul, di Laszlo Nemes (Teodora Film)
- Miglior Film Straniero: Il ponte delle spie, di Steven Spielberg (20 Century Fox)
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